L’INPS ha introdotto nuove regole sull’assegno di assistenza destinato agli eredi, chiarendo le modalità per richiedere i ratei non riscossi in caso di decesso del beneficiario. Questa misura, che può raggiungere fino a 850 € mensili, offre un sostegno economico rilevante alle famiglie e punta a semplificare le procedure di rimborso, garantendo maggiore trasparenza e tutela per chi si trova a gestire spese documentate di assistenza.
Negli ultimi mesi l’INPS ha pubblicato una circolare che disciplina l’accesso all’assegno di assistenza per gli eredi, uno strumento nato per sostenere le famiglie in caso di morte del beneficiario di prestazioni assistenziali. Il provvedimento interessa in particolare i casi di invalidità civile e di prestazioni per la non autosufficienza, situazioni in cui spesso i nuclei familiari si trovano ad affrontare costi elevati per cure e servizi. La misura riguarda sia i ratei maturati e non riscossi, sia quelli già riconosciuti ma non ancora liquidati al momento del decesso.

Secondo i dati diffusi dal Ministero del Lavoro e dallo stesso INPS, l’importo massimo ottenibile è pari a 850 € al mese per ciascun rateo, ma la somma deve essere giustificata attraverso documentazione valida. Gli eredi possono presentare domanda telematica corredata da ricevute, fatture o contratti che attestino le spese sostenute per servizi di assistenza domiciliare, badanti o prestazioni equivalenti. Questo requisito serve ad evitare abusi e garantire che le risorse vadano effettivamente a copertura delle spese affrontate dalle famiglie.
Chi ha diritto all’assegno di assistenza per eredi
Il diritto al rimborso spetta agli eredi legittimi o testamentari del beneficiario. In caso di più richiedenti, la ripartizione dell’importo avviene in base alle quote ereditarie stabilite dalla legge. È importante evidenziare che la domanda può essere inoltrata anche se la prestazione era stata riconosciuta dall’INPS ma il pagamento non era ancora iniziato. In questo scenario gli arretrati spettano interamente agli aventi diritto.

La procedura, sottolineano gli esperti di Itinerari Previdenziali, si inserisce in un contesto più ampio di revisione delle prestazioni assistenziali in Italia. Negli ultimi anni, infatti, l’istituto ha introdotto strumenti digitali e piattaforme telematiche per semplificare l’accesso ai servizi. Tuttavia, la gestione dei casi di invalidità civile e di prestazioni legate alla non autosufficienza rimane complessa, soprattutto per le famiglie meno avvezze all’uso delle tecnologie digitali.
Modalità di domanda e documentazione richiesta
La domanda deve essere presentata online attraverso il portale INPS, utilizzando SPID, CIE o CNS per l’autenticazione. Una volta inoltrata la richiesta, l’istituto verifica la documentazione allegata e provvede alla liquidazione degli importi spettanti. Tra i documenti richiesti figurano l’atto di morte, lo stato di famiglia, la dichiarazione sostitutiva di atto notorio sugli eredi e le ricevute delle spese di assistenza.
Gli importi vengono erogati direttamente sul conto corrente degli aventi diritto, secondo le modalità indicate in fase di domanda. In assenza di documentazione completa o in presenza di irregolarità, l’INPS può sospendere o rigettare la pratica. Proprio per questo motivo diversi esperti previdenziali, tra cui Alberto Brambilla del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, hanno evidenziato l’importanza di fornire dati e prove puntuali, così da evitare ritardi o contenziosi.
L’assegno di assistenza per eredi si conferma quindi uno strumento utile per garantire continuità economica alle famiglie colpite da un lutto, riducendo l’impatto delle spese sostenute per l’assistenza e tutelando il diritto a ricevere i ratei maturati ma non riscossi.