Il valore delle competenze nei cda

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Il valore delle competenze nei cda
In linea con le più recenti normative in merito, all’interno delle società quotate anche sul mercato Euronext Growth Milan è in atto un processo di rinnovamento dei consigli di amministrazione in cui un ruolo centrale lo gioca il/i consigliere/i indipendente/i, la cui presenza deve essere adeguata (per competenza e numero) alle esigenze dell’impresa e al buon funzionamento dell’organo amministrativo. Ma perché è tanto importante valorizzare questo ruolo? E quali altri criteri, oltre all’indipendenza, dovrebbero essere alla base della scelta dei consiglieri per una buona governance aziendale? Diversità, stimolo, valore aggiunto, competenza.  Queste le parole chiave per il successo di un buon CdA: soprattutto oggi che il mondo ci pone dinnanzi a sfide complesse, la governance aziendale deve tener conto, nella sua composizione, di figure che possano portare una visione aggiuntiva a quella del management.

L’IMPORTANZA DEGLI AMMINISTRATORI INDIPENDENTI PER LA RSI
L’importanza della competenza in capo agli amministratori indipendenti è evidente anche laddove si analizzi il tema della responsabilità sociale per il valore sostenibile dell’impresa. Bilanciarsi, Centro Studi sulla Sostenibilità d’Impresa, ha evidenziato come il coinvolgimento degli amministratori indipendenti, in qualità di promotori della RSI (Responsabilità Sociale d’Impresa), risulti determinante per il successo delle strategie aziendali. Gli amministratori non esecutivi, infatti, dovrebbero arricchire il confronto consiliare con competenze acquisite all’esterno dell’impresa, siano esse di carattere strategico generale o tecnico particolare. Infatti, gli amministratori non esecutivi costituiscono figure fondamentali di ausilio, per strutturare un CdA in grado di avviare strategie che aumentino il valore dell’impresa e lo rendano sostenibile nel lungo periodo. Gli amministratori non esecutivi che coadiuvano l’azione del CdA verso approcci più partecipativi, chiari ed equi, contribuiscono a renderlo maggiormente aperto a comprendere, interiorizzare e ad applicare strategie di creazione del valore che si rifanno al concetto più vero e positivo di responsabilità sociale d’impresa. 

DIVERSITY&INCLUSION: L’IMPORTANZA DI UN BOARD BEN BILANCIATO
L’importanza di avere un board ben bilanciato nelle competenze è un tema molto sentito anche in fatto di Diversity&Inclusion. Come preparare i CdA a leggere la diversità e l’inclusione come leve primarie di generazione di valore nel lungo periodo è un argomento di grande attualità e importanza. E’ ormai confermato dai fatti ciò che gli studi dicono da tempo. Una cultura d’impresa fondata sulla valorizzazione della diversità e dell’inclusione porta con sé molteplici vantaggi, essendo più attrattiva a beneficio dei risultati finanziari e della capacità di stare sui mercati. Sono ormai moltissimi gli studi che confermano che il capitale umano, quando caratterizzato da un mix di diversità, di genere, età, cultura, lingua, background ecc, contribuisce fortemente a rendere le aziende più profittevoli e con un miglior profilo di rischio. La diversità porta a un pensiero diverso e a un miglior processo decisionale. In un ambiente eterogeneo con una maggior diversità di visioni, le prospettive si ampliano, l’innovazione aumenta, e i rischi aziendali diminuiscono. Questo si traduce in performance economiche più soddisfacenti e sostenibili nel tempo. Un valido board member dovrebbe, quindi, farsi carico di portare all’attenzione del CdA una serie di best practices utili alla valorizzazione della diversità, dell’equità e dell’inclusione. Centralità, dunque, del ruolo dei consiglieri indipendenti nei CdA.

MA COME SIAMO MESSI, REALMENTE, IN ITALIA?
Come rileva l’ultimo rapporto 2022 di Assonime sulla governance delle società quotate in borsa, la media dei consiglieri indipendenti all’interno dei board sta crescendo sempre di più ma, soprattutto nelle PMI, ancora tanto c’è da fare per integrare figure indipendenti capaci di fornire input nuovi al confronto e competenze strettamente tecniche necessarie a garantire l’osservanza delle procedure di compliance.  Si consideri ad esempio che, per garantire un adeguato monitoraggio del funzionamento e della gestione dell’organo amministrativo nelle società di piccole/medie dimensioni quotate su Euronext Growth Milan, dovrebbe esserci almeno un consigliere indipendente tra le figure degli amministratori non esecutivi.

E IL TUO CDA COM’È?
Alla luce di tutte queste considerazioni è lecito allora fermarsi e domandarsi se il CdA della nostra azienda abbia una composizione bilanciata e pronta a vincere le sfide dei nostri tempi.  Ci siamo “portati in casa” professionisti esterni in grado di contribuire efficacemente alla dialettica aziendale, capaci di apportare un punto di vista differente e di creare quel valore aggiunto di cui abbiamo bisogno rispetto alle competenze interne di cui già disponiamo? Siamo consapevoli del fatto che una buona composizione del board, variegata e completa, che sia operativa prima di iniziare un eventuale processo di IPO, possa facilitare enormemente l’ottenimento dei risultati attesi con la quotazione? Abbiamo contezza del fatto che, per una società quotata, eventuali ritardi nell’assoluzione degli obblighi rendono più farraginosa la comunicazione al mercato, con la conseguenza di un rallentamento della crescita stessa dell’azienda? Prendere consapevolezza dell’importanza della composizione bilanciata della governance, fin dal primo momento della sua nascita, è vitale per arrivare pronti ad affrontare con successo le grandi sfide del mercato.  Tempismo e consapevolezza, i due fari che devono guidarci nella scelta del board, per evitare che tutti gli sforzi messi in campo vengano vanificati.