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Economia e Finanza

Fino a 24 mesi retribuiti con la legge 104 grazie alla riforma del 2026 sui congedi

La nuova legge 2026 introduce importanti novità sui permessi retribuiti e sul congedo straordinario, ampliando i diritti dei lavoratori che assistono familiari con disabilità. Le nuove regole prevedono fino a 24 mesi di congedo retribuito, estendendo le tutele già previste dalla Legge 104/1992 e rafforzando le misure di conciliazione tra vita privata e lavoro. Un cambiamento che interessa migliaia di famiglie italiane, con effetti concreti sulla gestione del tempo e sul sostegno economico.

Il tema dei permessi retribuiti e del congedo straordinario è sempre stato centrale per chi si trova a dover conciliare le esigenze lavorative con l’assistenza a un familiare disabile o non autosufficiente. Con la legge 2026 il quadro normativo viene aggiornato in modo significativo, prevedendo un’estensione dei periodi coperti e introducendo nuove garanzie per i caregiver. Secondo i dati diffusi dal Ministero del Lavoro, il congedo straordinario può ora raggiungere fino a 24 mesi retribuiti, un periodo che consente di affrontare con maggiore serenità le necessità di lungo periodo legate a malattie croniche o invalidanti.

Fino a 24 mesi retribuiti con la legge 104 grazie alla riforma del 2026 sui congedi-mondoefinanza.it

La misura si affianca ai tre giorni di permessi mensili retribuiti già previsti dalla Legge 104, garantendo una maggiore flessibilità. Il principio è quello della non discriminazione sul lavoro, in linea con le direttive europee, e dell’inclusione sociale, con controlli mirati da parte di INPS e datori di lavoro.

Le novità della legge 2026 su permessi e congedo straordinario

Il cuore della legge 2026 riguarda l’estensione del congedo straordinario retribuito da 12 a 24 mesi, che può essere richiesto dal lavoratore che assiste un familiare convivente con disabilità grave. Durante tale periodo, il dipendente percepisce un’indennità pari all’ultima retribuzione e ha la garanzia della conservazione del posto di lavoro. Rimangono inoltre confermati i tre giorni di permesso mensile, con la possibilità di frazionamento in ore. Un esempio pratico riguarda un lavoratore che deve assistere il padre anziano non autosufficiente: grazie alle nuove regole, può richiedere fino a due anni di assenza retribuita, senza rischiare di perdere il posto, e modulare i giorni di permesso in base alle esigenze quotidiane.

Le novità della legge 2026 su permessi e congedo straordinario-mondoefinanza.it

Un altro caso concreto è quello di una madre con figlio affetto da patologia degenerativa, che può pianificare i periodi di cura prolungati senza dover rinunciare alla stabilità lavorativa. La norma precisa che i mesi di congedo straordinario possono essere fruiti anche in modo frazionato, adattandosi a situazioni di assistenza non continuativa.

I requisiti, i controlli e le tutele economiche

Per accedere al nuovo congedo straordinario 2026 il lavoratore deve presentare domanda all’INPS, che verifica la sussistenza dei requisiti reddituali e familiari. Il beneficio è destinato ai parenti fino al secondo grado, esteso al terzo grado in presenza di condizioni particolarmente gravi. Le risorse sono garantite dal Fondo per le politiche sociali, con una copertura stimata per oltre 100.000 famiglie l’anno. È importante sottolineare che il periodo di congedo non è cumulabile con altri strumenti di sostegno al reddito, ma contribuisce comunque all’anzianità contributiva. Ciò significa che, al termine dei 24 mesi, il lavoratore non subisce penalizzazioni sul futuro trattamento pensionistico.

Dal punto di vista economico, l’indennità corrisposta non può superare un massimale annuo stabilito dall’INPS, aggiornato ogni anno in base agli indici ISTAT. I controlli incrociati con l’Agenzia delle Entrate mirano a evitare abusi, mentre i datori di lavoro devono rispettare la normativa sulla conservazione del posto. In pratica, la nuova disciplina si traduce in una tutela concreta per i lavoratori caregiver, che possono contare su un quadro giuridico ed economico più stabile.

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