I certificati medici per i dipendenti pubblici cambiano volto con una novità che semplifica procedure e riduce i tempi. La digitalizzazione del sistema garantisce maggiore trasparenza e tutela sia per i lavoratori che per la Pubblica Amministrazione. La misura coinvolge milioni di cittadini e promette di avere effetti pratici immediati.
La gestione delle assenze per malattia dei dipendenti pubblici è stata spesso segnata da burocrazia e tempi lunghi. L’introduzione del nuovo sistema digitale dei certificati medici rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione della Pubblica Amministrazione. Gli esperti sottolineano come la trasmissione telematica dei dati riduca le possibilità di errori, tuteli maggiormente la privacy e consenta controlli più rapidi da parte dell’INPS. Secondo fonti ministeriali, ogni anno vengono emessi oltre 12 milioni di certificati di malattia nel settore pubblico e privato, e la semplificazione può incidere in modo rilevante sui costi di gestione. A questo si aggiunge un impatto diretto sui lavoratori, che non dovranno più recarsi fisicamente negli uffici per consegnare la documentazione.
La misura, oltre a rispondere a un’esigenza di efficienza, si colloca nel quadro più ampio della digitalizzazione dei servizi, avviata con il PNRR e destinata a coinvolgere progressivamente tutte le amministrazioni. Alcuni casi pratici mostrano come i nuovi certificati digitali permettano a un docente, a un impiegato comunale o a un infermiere di ridurre a poche ore la registrazione della propria assenza, contro i diversi giorni richiesti in passato.
Il nuovo sistema prevede che il medico curante trasmetta in via telematica il certificato all’INPS, che a sua volta lo inoltra immediatamente alla Pubblica Amministrazione di appartenenza del lavoratore. Ciò significa che il dipendente non è più obbligato a consegnare personalmente alcun documento, riducendo tempi e adempimenti burocratici. Gli esperti spiegano che la procedura si basa su canali sicuri e crittografati, in linea con gli standard europei di protezione dei dati. Inoltre, il sistema consente controlli più tempestivi in caso di assenze prolungate, garantendo equilibrio tra i diritti del lavoratore e le esigenze organizzative dell’ente.
Secondo i dati diffusi dall’INPS, nel 2024 oltre il 90% dei certificati di malattia era già inviato digitalmente, ma l’estensione totale al settore pubblico rappresenta il completamento del processo. Un esempio concreto riguarda un dipendente di un ente locale: se in passato avrebbe dovuto ritirare il certificato cartaceo e consegnarlo al protocollo dell’ufficio, oggi l’intera procedura si chiude direttamente nello studio medico.
Per i lavoratori pubblici la novità significa minore stress e maggiore rapidità nella gestione delle assenze. Il dipendente malato può concentrarsi sul recupero senza doversi preoccupare della burocrazia. Dal lato della Pubblica Amministrazione, il vantaggio è duplice: da una parte riduzione dei costi e dei tempi di gestione, dall’altra disponibilità immediata dei dati per monitorare l’andamento delle assenze. Fonti ministeriali indicano che i risparmi attesi potrebbero superare i 20 milioni € l’anno grazie alla riduzione delle pratiche cartacee e al taglio dei tempi di trasmissione.
Anche sul fronte dei controlli le novità sono rilevanti: l’INPS potrà verificare più rapidamente i casi sospetti e organizzare visite fiscali in tempi utili. Per esempio, un insegnante che presenti più certificati brevi in sequenza potrà essere monitorato quasi in tempo reale, mentre oggi i tempi burocratici rendevano i controlli meno efficaci. L’innovazione si inserisce in un quadro più ampio di digitalizzazione che coinvolge fascicolo sanitario elettronico, pagamenti tramite PagoPA e altri strumenti volti a rendere più snella la macchina pubblica.
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