Dal 2026 il tetto dei fringe benefit raddoppia a 2.000 €, una novità che riguarda milioni di lavoratori italiani. I dipendenti potranno ricevere beni e servizi senza tassazione, con effetti concreti sulla busta paga e sul welfare aziendale.
La disciplina dei fringe benefit riguarda tutti quei vantaggi che il datore di lavoro può concedere ai propri dipendenti sotto forma di beni o servizi, al di fuori della normale retribuzione in denaro. Dal 2026, la soglia di esenzione fiscale viene fissata a 2.000 €, che raggiunge i 4.000 € nel caso di figli, un raddoppio rispetto ai limiti precedenti che si attestavano a 1.000 € per la generalità dei lavoratori e a 2.000 € solo per chi aveva figli a carico. Il Ministero dell’Economia ha chiarito che la misura diventa strutturale e non più transitoria, con un impatto stabile sul potere d’acquisto e sull’organizzazione delle imprese.
Rientrano tra i benefit più diffusi i buoni carburante, i buoni spesa, le polizze sanitarie, gli abbonamenti ai mezzi pubblici e i servizi scolastici. Un aspetto rilevante è che non concorrono a formare il reddito imponibile e non incidono sul calcolo dei contributi. Questo rappresenta un vantaggio fiscale sia per il lavoratore, che ottiene un incremento netto, sia per il datore di lavoro, che può fidelizzare e motivare il personale con strumenti alternativi alla retribuzione diretta.
La nuova soglia di 2.000 € amplia notevolmente le opzioni disponibili. Secondo i dati del Ministero del Lavoro, oltre il 60% delle aziende italiane utilizza già piani di welfare aziendale. Un esempio pratico: un lavoratore che riceve buoni carburante per 1.200 € e un abbonamento annuale ai trasporti pubblici da 600 € rientrerà interamente nella quota esentasse, senza ulteriori imposte. In passato, lo stesso beneficio avrebbe superato la soglia consentita generando tassazione. Un altro caso utile riguarda la copertura sanitaria: una polizza integrativa del valore di 1.500 €, unita a buoni acquisto da 400 €, permette al dipendente di accedere a servizi essenziali senza alcun aggravio fiscale.
Questi esempi dimostrano come i fringe benefit rappresentino un sostegno diretto al reddito delle famiglie, soprattutto in un contesto di aumento dei costi per energia, trasporti e sanità.
Un lavoratore senza figli può ricevere fino a 2.000 € in bonus esentasse sotto forma di buoni carburante e rimborsi utenze, aumentando così il potere d’acquisto. Una famiglia con figli a carico può invece arrivare a 4.000 €: ad esempio 1.500 € in bollette, 1.000 € in spese scolastiche e 1.500 € in abbonamenti ai trasporti pubblici. Per le imprese, questa misura rappresenta la possibilità di implementare un welfare aziendale più articolato e calibrato sulle esigenze dei dipendenti. Analisti del settore evidenziano che l’estensione dei fringe benefit produce effetti positivi anche sulla produttività, migliorando il clima interno e riducendo il turnover.
Il rispetto delle regole amministrative è fondamentale: i benefit devono essere documentati e contabilizzati correttamente, evitando di superare le soglie fissate dalla legge. In questo modo il Bonus fringe benefit 2026 diventa uno strumento operativo e vantaggioso per aziende e famiglie, adattabile a scenari economici diversi e alle necessità concrete dei lavoratori.
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