Il mercato dei mutui sta vivendo un’inversione che in pochi avevano previsto. Dopo un lungo dominio del fisso, il tasso variabile torna protagonista con condizioni economiche nettamente più favorevoli. Un ribaltamento che potrebbe cambiare le decisioni di chi oggi sta pensando di comprare casa. Le offerte bancarie si stanno adattando rapidamente al nuovo scenario, mentre i dati dell’Euribor mostrano segnali chiari. Il risparmio è reale, e chi ha la possibilità di scegliere senza ansie sul lungo termine potrebbe trovare nel variabile una carta vincente. Ma non tutto è scontato: è fondamentale capire cosa si cela dietro questo ritorno.
Per anni, la scelta è stata quasi obbligata: mutuo a tasso fisso, con rate stabili e preoccupazioni ridotte. Oggi lo scenario si è trasformato. Le banche stanno nuovamente puntando sul tasso variabile, grazie a condizioni di mercato che lo rendono più conveniente.

Con l’Euribor in discesa, il tasso fisso appare meno competitivo, soprattutto per chi è alla ricerca di un mutuo sostenibile. Per esempio, su un finanziamento di 140.000 euro in 20 anni, la rata a tasso variabile è di circa 753 euro, contro i 793 del fisso. Una differenza che, mese dopo mese, si traduce in oltre 9.000 euro di risparmio sul lungo periodo.
Il ritorno del tasso variabile si consolida grazie alla discesa dell’Euribor e alla nuova politica delle banche
Il cuore di questo cambiamento è il progressivo calo dell’Euribor, in particolare quello a 1 mese, che si è stabilizzato intorno all’1,9%. Questo ha reso i mutui a tasso variabile più leggeri, rilanciando offerte bancarie molto competitive. Al 21 ottobre, i TAN medi per mutui variabili standard sono attorno al 2,2%, contro un 3% medio dei fissi. Anche i mutui con cap, cioè con un tetto massimo di crescita, si stanno facendo spazio, grazie a un TAN medio del 2,7%, una via di mezzo tra sicurezza e convenienza.

Il tasso fisso, legato all’IRS, si mantiene più alto e meno dinamico, mentre il variabile beneficia anche di una maggiore concorrenza tra istituti di credito, che stanno riducendo gli spread pur di attrarre nuovi clienti. In questo contesto, chi ha una buona stabilità economica e non teme le oscillazioni può approfittare del momento favorevole. Gli esempi pratici confermano che oggi, con margini intorno allo 0,40% aggiunti all’Euribor 1M, il tasso annuo effettivo globale si aggira intorno al 2,3%, rendendo il variabile il vero protagonista del mercato.
Le opportunità concrete per giovani e famiglie e le valutazioni da fare prima di scegliere un mutuo a tasso variabile
Il ritorno del mutuo variabile non riguarda solo l’andamento dei tassi: anche le politiche pubbliche giocano un ruolo chiave. La proroga fino al 31 dicembre 2027 del Fondo di garanzia per la prima casa rende oggi ancora più accessibili i mutui per under 36, famiglie numerose e chi ha un ISEE contenuto. Questa misura permette di coprire fino all’80% del valore dell’immobile, facilitando l’accesso al credito anche con garanzie limitate. Secondo l’Agenzia delle Entrate, è possibile usufruire delle agevolazioni prima casa anche se si è contitolari di un altro immobile, a patto che non se ne abbia la disponibilità esclusiva e non si tratti di un bene in comune con il coniuge.
Chi sceglie il variabile deve però tenere presente che il vantaggio economico iniziale è bilanciato da una maggiore esposizione ai cambiamenti futuri. Il contesto attuale è favorevole, ma non eterno. Serve consapevolezza: il tasso variabile premia chi ha una certa solidità economica, con la capacità di affrontare eventuali aumenti senza stravolgere il bilancio familiare. In cambio, però, oggi può accedere a un mutuo davvero competitivo. E se un domani lo scenario dei tassi dovesse cambiare, resta sempre la possibilità di ricorrere alla surroga per passare a un’altra banca con condizioni migliori o di richiedere una variazione del contratto, trasformando il variabile in un mutuo a tasso fisso per mettere al riparo la rata dalle fluttuazioni.





