Cosa succede quando un giovane decide di investire i suoi soldi in modo consapevole e senza illusioni

Antonio ha appena compiuto vent’anni e ha una certezza: non vuole buttare i suoi risparmi. Dopo anni passati a risparmiare con attenzione, ora si trova davanti a una scelta che potrebbe segnare il suo futuro finanziario. Due strade, entrambe sicure, ma molto diverse: una più prevedibile, l’altra un po’ più impegnativa ma più generosa. Cosa sceglierà Antonio? In questo viaggio alla ricerca dell’investimento perfetto, non ci sono colpi di scena spettacolari, ma una decisione tutta basata su tempo, pazienza e buon senso. Una storia concreta, come tante, che merita attenzione. E che potrebbe far riflettere anche chi, come Antonio, si affaccia per la prima volta sul mondo degli investimenti.

Antonio non si lascia sedurre dalle promesse facili. I suoi 10.000 euro sono il frutto di piccoli sacrifici, mance, lavoretti estivi e tanta attenzione. E oggi vuole farli crescere, ma senza giocarsi la tranquillità. La Borsa non lo convince: troppi rischi, troppa incertezza. Non vuole vivere nell’ansia delle fluttuazioni giornaliere. Gli interessa sapere, oggi, quanti soldi avrà nel 2045. Punto.

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Così inizia a informarsi leggendo solo fonti ufficiali, da Poste Italiane al Ministero dell’Economia. Due strumenti attirano la sua attenzione: i buoni fruttiferi postali ordinari e un BTP Green in scadenza nel 2045. Entrambi sicuri, entrambi con la garanzia dello Stato italiano, ma con caratteristiche diverse.

Perché il buono postale resta una delle scelte più rassicuranti per chi vuole certezze e zero pensieri

I buoni fruttiferi postali esistono da quasi cent’anni. Non hanno bisogno di grandi spiegazioni: si comprano, si lasciano lì, e maturano interessi nel tempo. Antonio scopre che, investendo oggi 10.000 euro in un buono ordinario con durata di 20 anni, nel 2045 riceverebbe 15.587,92 euro netti. Il rendimento lordo è del 2,50% annuo, che diventa circa il 2,19% netto, grazie alla tassazione agevolata del 12,5%.

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Il vantaggio principale è la flessibilità: il capitale può essere rimborsato in qualsiasi momento, e dopo un anno iniziano anche a maturare gli interessi. Nessun rischio di perdita, nessuna gestione attiva, nessuna complicazione. Chi ha bisogno di sicurezza e semplicità trova nei buoni una risposta chiara. Antonio apprezza il fatto che, a prescindere da come andrà il mondo nei prossimi vent’anni, lui potrà contare su una cifra precisa.

Quando il BTP Green batte il buono postale ma richiede pazienza e impegno per ottenere di più

Il BTP Green 2045, invece, funziona in modo diverso. È un titolo di Stato, quindi garantito come il buono, ma viene venduto sul mercato a un prezzo molto scontato. Oggi costa circa 67,21 per ogni 100 di valore nominale. Con 10.000 euro, Antonio può acquistare quasi 14.880 euro di valore da incassare a scadenza.

Ogni anno riceverà cedole fisse da 1,5%, pari a circa 223 euro lordi. Alla fine, sommando le cedole e il rimborso del capitale, otterrebbe circa 18.778 euro netti. Un guadagno superiore di oltre 3.000 euro rispetto al buono postale. Il rendimento netto effettivo supera il 3,70% annuo.

Ma c’è un rovescio della medaglia. Il BTP non è rimborsabile direttamente prima della scadenza: se si ha bisogno di liquidità, bisogna venderlo sul mercato. E lì entra in gioco il rischio prezzo. Se i tassi salgono, il valore può scendere. Inoltre, la gestione delle cedole richiede un minimo di attenzione.

Per Antonio, la scelta è chiara: più rendimento con il BTP, più serenità con il buono. Dipende solo da quanto vuole sentirsi tranquillo e da quanto è disposto a rinunciare alla flessibilità.

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