5 anni di contributi bastano per la pensione, ecco importi e agevolazioni aggiornate con il Bonus casalinghe 2025

Il lavoro domestico sostiene ogni giorno la società italiana, ma spesso resta invisibile nelle tutele previdenziali. Nel 2025 si parla di pensione con soli 5 anni di contributi, assegno sociale e altre misure di sostegno per casalinghe e casalinghi. Ecco cosa sapere e quali sono i requisiti aggiornati.

Il tema del bonus casalinghe torna ciclicamente al centro del dibattito pubblico, perché riguarda milioni di persone che dedicano tempo e impegno alla cura della famiglia senza ricevere uno stipendio. Il valore economico stimato di questo lavoro non retribuito supera i 700 miliardi di € l’anno, pari a circa il 40% del PIL nazionale secondo le ultime rilevazioni Istat.

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5 anni di contributi bastano per la pensione, ecco importi e agevolazioni aggiornate con il Bonus casalinghe – mondoefinanza.it

Tuttavia, la realtà normativa è frammentata: non esiste un bonus unico e universale, ma diversi strumenti che offrono una copertura minima. Dal Fondo di previdenza volontaria INPS all’assegno sociale, fino alle misure di inclusione, il quadro appare complesso. Chi si occupa della casa può scegliere di versare contributi volontari, avere accesso a una pensione con soli 5 anni di versamenti o, in mancanza di contribuzione, contare sull’assegno sociale in età avanzata. A livello locale, poi, diversi enti promuovono corsi di riqualificazione e incentivi per il reinserimento nel lavoro.

Come funziona il Fondo di previdenza volontaria

Il Fondo casalinghe INPS, istituito nel 1996, è l’unico strumento previdenziale specifico per chi svolge lavoro domestico. Possono iscriversi persone tra i 16 e i 65 anni che non hanno un’attività lavorativa retribuita. I contributi sono versati su base volontaria: per maturare un anno intero servono almeno 309,84 € annui, ma è possibile versare di più per aumentare la pensione futura. Con almeno 5 anni di contributi si acquisisce il diritto a una pensione di vecchiaia a partire dai 57 anni, se l’importo supera la soglia minima prevista, o dai 65 anni in ogni caso. È prevista anche una pensione di inabilità se l’iscritto diventa incapace di lavorare e ha versato almeno 5 anni. Il limite di questo Fondo è che non garantisce un trattamento minimo: l’importo finale dipende esclusivamente da quanto versato.

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Come funziona il Fondo di previdenza volontaria – mondoefinanza.it

Per esempio, chi versa solo il minimo per 5 anni otterrà una pensione molto bassa, mentre con versamenti più consistenti si può costruire una rendita più solida. Secondo i dati INPS, nel 2024 risultavano iscritte al Fondo circa 1,6 milioni di persone, ma solo una parte attiva i versamenti con regolarità.

Assegno sociale e altre agevolazioni

Chi non ha mai versato contributi può contare sull’assegno sociale, una misura assistenziale che nel 2025 spetta agli over 67 con redditi bassi. L’importo pieno, circa 534 € al mese per 13 mensilità, spetta solo a chi non ha reddito personale né familiare superiore a 7.000 € annui. Se i redditi superano questa soglia l’assegno si riduce o viene escluso. L’assegno sociale non è legato al lavoro domestico in sé, ma rappresenta l’unico paracadute per chi, dopo una vita dedicata alla cura, non dispone di entrate proprie. Un altro strumento è l’Assegno di Inclusione, destinato a famiglie con minori, disabili o anziani a carico e redditi molto bassi. In questo caso, chi svolge attività di cura può essere esonerato dagli obblighi di ricerca lavoro.

Infine, Regioni e Comuni offrono agevolazioni locali: dai corsi gratuiti per acquisire nuove competenze a contributi per avviare attività autonome. Alcuni enti prevedono anche borse di studio per la formazione, rivolte a chi desidera reinserirsi nel mercato del lavoro dopo anni di impegni familiari. Queste misure, seppur frammentarie, offrono una rete minima di sostegno economico e sociale. Secondo le stime Istat, oltre il 90% delle persone tra i 20 e i 74 anni svolge quotidianamente attività di cura non retribuite, per una media di oltre tre ore al giorno, a dimostrazione del peso reale di questo lavoro nella società italiana.

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