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Economia e Finanza

Le regole legali che possono salvarti da guai nel caso di debiti di gioco

I debiti di gioco sollevano spesso dubbi legali: è obbligatorio pagarli oppure ci si può rifiutare? La risposta non è scontata e dipende dalla natura del gioco, se autorizzato dallo Stato o meno. Le norme del Codice Civile e le sentenze della Cassazione hanno chiarito quando un debito da gioco è valido e quando invece non produce obblighi giuridici. Una questione che riguarda non solo i tavoli da gioco ma anche le scommesse e i prestiti collegati.

I contratti derivanti da scommesse e giochi sono definiti aleatori, perché non è possibile prevedere in anticipo chi otterrà un vantaggio e quale sarà l’esito finale. Il gioco d’azzardo, se non autorizzato, è considerato vietato: in questo caso i debiti non possono essere azionati in giudizio. Il vincitore non può chiedere al giudice di condannare il perdente al pagamento, salvo che quest’ultimo decida spontaneamente di saldare la somma.

Le 5 regole legali che possono salvarti da guai nel caso di debiti di gioco – mondoefinanza.it

Secondo il Codice Civile, se chi perde paga volontariamente non può successivamente chiedere la restituzione, a meno che il gioco sia stato viziato da inganno o frode. Diverso è il caso dei minorenni o degli interdetti, che possono sempre domandare indietro quanto pagato. La Cassazione ha ribadito più volte che l’eventuale obbligo di pagamento dipende dalla liceità del gioco e dal rispetto delle norme previste, soprattutto in materia di finalità di lucro e di autorizzazione statale.

Debiti da gioco e obblighi di pagamento

Chi ha vinto una somma al gioco, se l’avversario non paga, non può ottenere dal giudice una sentenza di condanna. La legge stabilisce infatti che il debito di gioco non è azionabile in tribunale, a meno che si tratti di giochi autorizzati come lotterie, concorsi o altre attività previste dalla legge. Questo principio è stato confermato anche in diverse pronunce della Corte di Cassazione, che ha sottolineato come la tutela giuridica non possa essere estesa a giochi basati esclusivamente sul caso. Un aspetto particolare riguarda i prestiti destinati al gioco: chi presta denaro sapendo che verrà usato per scommettere non ha diritto alla restituzione, salvo che non partecipi egli stesso al gioco o non abbia un interesse diretto.

Debiti da gioco e obblighi di pagamento – mondoefinanza.it

Le norme chiariscono anche che se il denaro viene consegnato sotto forma di fiches o somme destinate a giocare, il vincitore può pretendere il pagamento solo se non era parte attiva della partita. Questo significa che il sistema normativo distingue tra il semplice pagamento spontaneo e l’azione legale, che resta preclusa nella maggior parte dei casi.

Le sentenze e il confine tra lecito e illecito

Secondo le sentenze più recenti, il gioco d’azzardo è considerato illegale se non è autorizzato dallo Stato, indipendentemente dall’accordo tra le parti. La giurisprudenza ha ribadito che i debiti derivanti da attività prive di autorizzazione non possono essere oggetto di tutela legale. Al contrario, quando il gioco è regolato dalla legge, come nel caso delle lotterie o dei giochi con concessione pubblica, i rapporti economici sono considerati validi e perseguibili. La Cassazione ha chiarito inoltre che l’aspetto fiduciario è determinante: un debitore che non paga non è perseguibile per via giudiziaria, ma se ha già versato le somme non può chiederne la restituzione.

Il Ministero della Giustizia e i dati forniti dal Consiglio Nazionale Forense confermano che gran parte delle controversie sui debiti da gioco vengono rigettate proprio per mancanza di titolo legale. Il quadro normativo e giurisprudenziale stabilisce quindi una linea netta: la regola generale è che i debiti da gioco non sono azionabili, salvo le eccezioni previste dalle leggi statali che autorizzano specifiche forme di gioco.

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