Come ottenere oltre 3.000 euro senza correre rischi grazie a un BTP poco considerato

Ecco come un investimento da 20.000 euro in un BTP a lunga scadenza può trasformarsi in una strategia stabile e poco rischiosa che molti stanno sottovalutando. Non tutti sanno che esistono opportunità concrete nel mondo dei titoli di Stato italiani che, pur sembrando poco appetibili, nascondono vantaggi rilevanti soprattutto in ottica di lungo periodo.

Con un rendimento costante e la garanzia di restituzione del capitale, alcuni strumenti possono rivelarsi fondamentali in un portafoglio ben costruito anche in periodi di incertezza economica. Un BTP con cedola bassa può sembrare poco interessante a prima vista, ma quando il prezzo di acquisto è sotto la pari il gioco cambia completamente.

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Come ottenere oltre 3.000 euro senza correre rischi grazie a un BTP poco considerato-mondoefinanza.it

Quello che oggi appare come un investimento lento e poco redditizio, potrebbe essere il tassello giusto per chi cerca solidità e rendimento certo senza inseguire la volatilità dei mercati.

Un investimento di 20.000 euro in un BTP con scadenza agosto 2031 e cedola dello 0,60% annuo, acquistato oggi al prezzo di 88,74, consente di ottenere circa 22.533 euro di valore nominale. Questa semplice operazione genera un duplice vantaggio: da un lato il pagamento semestrale delle cedole, seppur modesto, e dall’altro il rimborso integrale del valore nominale alla scadenza, superiore al capitale investito.

L’investimento risulta interessante perché il guadagno non arriva tanto dalle cedole, quanto dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il rimborso finale. Nel corso di circa sei anni, le cedole lorde complessive ammontano a circa 800 euro, mentre il guadagno derivante dalla rivalutazione del capitale è di oltre 2.500 euro. Il rendimento annuo lordo effettivo si attesta così intorno al 2,8%, secondo le stime ufficiali di mercato.

Acquistare un BTP sotto la pari con cedola bassa può offrire un rendimento concreto e garantito per chi punta sulla stabilità

Nel momento in cui viene acquistato un BTP a un prezzo inferiore rispetto al suo valore nominale, il guadagno a scadenza è matematico. La cedola dello 0,60% applicata al valore nominale genera un flusso di circa 135 euro lordi l’anno, distribuiti in due cedole semestrali. Non si tratta di una rendita importante, ma il vero vantaggio nasce dalla certezza del rimborso.

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Acquistare un BTP sotto la pari con cedola bassa può offrire un rendimento concreto e garantito per chi punta sulla stabilità-mondoefinanza.it

Secondo le disposizioni vigenti, il valore nominale dei BTP viene sempre rimborsato per intero alla scadenza. Questo garantisce una protezione del capitale investito, rendendo l’operazione adatta a chi preferisce un approccio conservativo. Inoltre, le cedole dei titoli di Stato godono di una tassazione agevolata al 12,5%, come stabilito dal D.Lgs. 239/1996.

Dal punto di vista strategico, inserire un titolo come questo in portafoglio consente di bilanciare investimenti più dinamici. Il rendimento effettivo a scadenza, superiore alla cedola, rende questa operazione più vantaggiosa di quanto sembri in apparenza.

Valutare i limiti dell’investimento in un BTP a lunga scadenza con cedola ridotta per evitare aspettative non realistiche

Il primo limite evidente riguarda la bassa redditività annuale. Con soli 135 euro lordi ogni dodici mesi, l’investimento non produce un flusso di cassa significativo. Questo lo rende meno adatto a chi necessita di un’entrata costante o vive di rendita. Anche l’inflazione può rappresentare un ostacolo, poiché riduce il potere d’acquisto del rendimento nel tempo.

C’è poi il rischio legato all’andamento dei tassi d’interesse. Se i tassi di mercato salgono, il valore del BTP sul mercato secondario diminuisce. La durata finanziaria del titolo, pari a circa 5,5, indica che un aumento dei tassi di un punto percentuale può ridurre il prezzo di oltre il 5%. Per chi intende tenere il titolo fino a scadenza questo rischio è contenuto, ma in caso di necessità di vendita anticipata si potrebbero subire perdite.

Infine, è bene ricordare che eventuali plusvalenze realizzate con la vendita prima della scadenza potrebbero essere soggette a tassazione, in base al regime fiscale scelto (amministrato, gestito o dichiarativo). Questo dettaglio tecnico, se trascurato, può incidere sulla convenienza finale.

Tutto dipende dalla logica con cui si sceglie questo tipo di investimento. Non si tratta di puntare tutto su un unico cavallo, ma di capire se, in un portafoglio più ampio, un titolo così strutturato può rappresentare un ancoraggio sicuro. Chi ha un orizzonte temporale definito e cerca stabilità può trovare in questo strumento una risposta concreta.

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