Le novità sulla Manovra 2026 che cambiano le pensioni ma non cancellano la Fornero

La Manovra 2026 punta a intervenire sul sistema pensionistico, ma senza stravolgere la Legge Fornero. Il Governo valuta un blocco selettivo dell’età pensionabile solo per alcune categorie, con una sterilizzazione graduale dell’aumento a 67 anni e 3 mesi previsto dal 2027. Le risorse limitate e la necessità di equilibrio nei conti pubblici impediscono, almeno per ora, un congelamento totale.

Il tema dell’età pensionabile è tornato al centro del dibattito politico con la discussione sulla Manovra 2026. Dal 2027 scatterà l’aumento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia da 67 anni a 67 anni e 3 mesi, in base all’adeguamento automatico alla speranza di vita calcolata dall’Istat e introdotta dalla riforma Fornero. Il Governo, consapevole dell’impatto sociale del provvedimento, valuta di bloccare o attenuare parzialmente l’aumento per alcune categorie, come i lavoratori precoci e chi svolge mansioni usuranti.

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Le novità sulla Manovra 2026 che cambiano le pensioni ma non cancellano la Fornero – mondoefinanza.it

Fonti del Ministero dell’Economia e dell’Inps confermano che l’esecutivo starebbe analizzando diverse ipotesi di “sterilizzazione graduale”, che comporterebbe un incremento di un solo mese all’anno fino al raggiungimento dei tre mesi complessivi. Secondo le stime del Tesoro, un blocco totale costerebbe circa 3 miliardi di €, mentre una misura selettiva ridurrebbe l’onere a circa 1,5 miliardi nel biennio 2027-2028. In questo modo si garantirebbe una tutela parziale senza mettere a rischio la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale.

Blocco parziale dell’età pensionabile e proroghe per le misure anticipate

La sterilizzazione dell’aumento dell’età a 67 anni e 3 mesi potrebbe riguardare solo chi, nel 2027, avrà compiuto almeno 64 anni. In questo caso, il requisito resterebbe invariato, mentre per gli altri lavoratori scatterebbe progressivamente l’adeguamento previsto dalla legge. Un meccanismo simile potrebbe essere adottato anche per le pensioni anticipate, che attualmente richiedono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Dal 2027, salvo correttivi, tali soglie aumenterebbero di tre mesi, rispettivamente a 43 anni e 1 mese e 42 anni e 1 mese.

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Blocco parziale dell’età pensionabile e proroghe per le misure anticipate – mondoefinanza.it

Parallelamente, la Manovra 2026 dovrebbe confermare la proroga delle tre principali vie di uscita anticipata: Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale. Quota 103 consente di lasciare il lavoro con 62 anni d’età e 41 di contributi, ma il Governo valuta limiti all’importo dell’assegno e nuove regole per il cumulo dei redditi. L’Opzione Donna rimarrebbe invece riservata alle lavoratrici con almeno 35 anni di contributi, che accettano il ricalcolo contributivo. Infine, l’Ape Sociale, dedicata a chi svolge lavori gravosi o si trova in condizioni di fragilità, dovrebbe essere prorogata per un altro anno, mantenendo il requisito minimo di 63 anni.

Legge Fornero ancora in vigore: le coperture e i limiti della riforma

Le fonti economiche confermano che la Legge Fornero non viene superata dalla nuova Manovra 2026, ma solo parzialmente attenuata. L’adeguamento automatico alla speranza di vita resta infatti in vigore, e le modifiche introdotte servono unicamente a rendere la transizione meno brusca. Secondo Il Sole 24 Ore, congelare integralmente l’aumento costerebbe troppo in rapporto al margine di manovra sui conti pubblici, già impegnati sul fronte fiscale e previdenziale. Il Governo punta quindi a una misura “mirata”, limitata ai lavoratori più esposti. Le risorse per coprire l’intervento dovrebbero derivare da rimodulazioni di spesa e da maggiori entrate fiscali, in parte legate al contributo straordinario dei settori finanziario e assicurativo.

Anche se la legge Fornero rimane formalmente intatta, la Manovra 2026 rappresenta un tentativo di attenuarne gli effetti più rigidi. Tuttavia, come sottolineano diversi analisti del Centro Studi Confindustria, il sistema previdenziale italiano continuerà a basarsi su criteri di equilibrio demografico e sostenibilità, lasciando invariato il principio dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita. In sintesi, il blocco selettivo non “disinnesca” la Fornero, ma ne modula gli effetti, mantenendo il sistema coerente con i vincoli europei e con la necessità di garantire la tenuta dei conti pubblici nel lungo periodo.

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