Un bonus fondo pensione da 300 € per ogni neonato potrebbe entrare nella Manovra 2026. Il Governo Meloni valuta un incentivo ispirato al modello trentino, con l’obiettivo di favorire la natalità e potenziare la previdenza complementare, spingendo le famiglie a costruire un futuro previdenziale già dalla nascita dei figli.
Nel contesto di una Legge di Bilancio sempre più orientata al sostegno della famiglia e al rafforzamento del sistema previdenziale, prende forma l’idea di un bonus bebè previdenziale da 300 € per ogni nuovo nato o adottato. La misura, in fase di valutazione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), si ispira all’esperimento già avviato in Trentino Alto Adige, dove da mesi è attivo un sistema di incentivi regionali legati ai fondi pensione.

L’obiettivo è duplice: incentivare le nascite e promuovere la previdenza integrativa, oggi ferma a meno del 36% della popolazione lavorativa secondo i dati COVIP. L’iniziativa, sostenuta da Fratelli d’Italia, si inserisce nel pacchetto natalità e punta a responsabilizzare le famiglie verso un approccio di risparmio a lungo termine, in un Paese in cui l’età media cresce e le future pensioni pubbliche rischiano di essere insufficienti.
Come funzionerà il bonus fondo pensione da 300 € per i neonati
Il bonus fondo pensione neonati prevede un contributo iniziale di 300 € erogato dallo Stato all’apertura di una posizione previdenziale a nome del bambino, entro i primi mesi dalla nascita o dall’adozione. Il meccanismo ricalca il modello trentino, dove la Regione ha introdotto un incentivo identico: 300 € alla nascita, seguiti da ulteriori 200 € annui per i quattro anni successivi, a condizione che la famiglia versi almeno 100 € all’anno nel fondo.
Secondo fonti interne al MEF e le anticipazioni pubblicate da Il Sole 24 Ore, l’ipotesi allo studio prevede che il contributo sia vincolato alla scelta di un fondo pensione aperto o negoziale, con la possibilità di integrare i versamenti nel tempo. L’incentivo verrebbe riconosciuto automaticamente al momento della registrazione del nuovo nato, previa adesione della famiglia a un fondo riconosciuto dalla COVIP.

In una fase transitoria, la misura potrebbe essere estesa anche ai bambini già nati da meno di cinque anni, per includere un bacino più ampio di beneficiari. Le risorse verrebbero inserite nel Fondo per la natalità, finanziato con una dotazione iniziale di circa 200 milioni € per il 2026.
Obiettivi e impatto sul sistema previdenziale italiano
Secondo gli esperti intervistati da Il Sole 24 Ore, l’iniziativa rappresenta una “rivoluzione silenziosa” nel modo di concepire la previdenza in Italia. In un Paese in cui la denatalità cresce e la speranza di vita si allunga, il sistema contributivo attuale rischia di rendere le pensioni future molto più basse rispetto al passato. Creare una posizione previdenziale sin dalla nascita significa accumulare, anche con piccoli versamenti annuali, un capitale significativo nel lungo periodo.
Secondo una simulazione di Assoprevidenza, un fondo aperto sin dalla nascita con un contributo iniziale di 300 € e versamenti annui minimi potrebbe generare, dopo 65 anni, una rendita superiore ai 25.000 € con un rendimento medio annuo del 3%. Il principio è semplice: più tempo passa, maggiore è l’effetto dell’interesse composto
Il bonus fondo pensione risponde anche alla necessità di ampliare la platea dei sottoscrittori, oggi limitata a circa 8,9 milioni di italiani, contro i 19 milioni di iscritti registrati in Francia e i 23 milioni in Germania. Come sottolinea Mariacristina Gribaudi, presidente COVIP, “rafforzare la previdenza complementare è una condizione indispensabile per garantire una pensione adeguata alle nuove generazioni”.
La misura, oltre a sostenere la natalità, rappresenta quindi un passo strategico verso un sistema previdenziale più stabile e sostenibile, capace di connettere il risparmio familiare al benessere futuro.