Ogni mese le prestazioni INPS arrivano come un respiro di sollievo, ma non sempre sono così sicure come sembrano. Alcune possono essere pignorate, altre invece sono protette dalla legge in modo rigido. Tutto dipende dal tipo di prestazione, dall’importo e dal creditore coinvolto. Non è raro che il beneficiario venga colto alla sprovvista da trattenute improvvise. Eppure, conoscere in anticipo le regole può fare la differenza tra tranquillità economica e imprevisti spiacevoli. Ci sono limiti precisi, cifre da rispettare e norme che nessuno spiega con chiarezza, ma che incidono pesantemente sulla vita quotidiana.
Non tutti sanno che esiste un confine netto tra ciò che può essere aggredito dai creditori e ciò che invece deve rimanere intatto. E quando si parla di prestazioni INPS, le sfumature sono tante. Pensioni, NASpI, assegni familiari e indennità non ricevono lo stesso trattamento. Anche il momento in cui si riceve la prestazione può fare la differenza: un anticipo può trasformare una somma protetta in una facilmente pignorabile. Le regole sono scritte nero su bianco nel codice di procedura civile e nelle circolari INPS, ma sono spesso ignorate o fraintese.

Ogni situazione può cambiare in base al tipo di debito e al soggetto creditore. Persino l’INPS, se creditore, ha strumenti diversi per recuperare le somme. Il principio fondamentale, però, resta uno: la legge tutela una soglia minima di sussistenza. Al di sotto di quella cifra, nessuno può toccare le prestazioni, neppure l’ente stesso.
Le regole fondamentali da conoscere sul pignoramento delle prestazioni INPS e cosa cambia in base all’importo e al tipo di credito
Le prestazioni INPS più frequentemente soggette a pignoramento sono le pensioni e le indennità di disoccupazione. Per legge, non si può toccare la parte della pensione che rientra nel cosiddetto minimo vitale, fissato oggi nel doppio dell’importo dell’assegno sociale. Nel 2024, questo valore è pari a circa 1.068 euro al mese. Se la pensione è inferiore o pari a questa soglia, non può essere pignorata. Se è più alta, solo la parte eccedente può essere soggetta a trattenuta, nella misura di un quinto.

Nel caso in cui il creditore sia l’INPS, ad esempio per il recupero di contributi non versati o somme erogate per errore, può essere attivata una trattenuta diretta, ma comunque nel rispetto dei limiti di legge. Questo significa che anche lo stesso ente previdenziale non può oltrepassare i confini stabiliti dalla normativa vigente.
Per le indennità di disoccupazione, come la NASpI, si applica la regola generale del pignoramento fino a un quinto, ma solo sulla parte netta. Tuttavia, se la NASpI viene richiesta in forma anticipata, ad esempio per aprire una partita IVA, perde parte della sua natura assistenziale e può essere pignorata in misura maggiore.
Le prestazioni INPS che godono di protezione assoluta e i casi in cui nemmeno i creditori possono agire legalmente
Esistono prestazioni che la legge considera indispensabili per la sopravvivenza e che per questo non possono essere pignorate. Rientrano in questa categoria le indennità di maternità, i congedi parentali, gli assegni familiari legati al reddito, le indennità di malattia e i permessi previsti dalla legge 104. Queste somme sono destinate a garantire diritti primari, come salute e assistenza, e nessun creditore ordinario può aggredirle.
Un’eccezione importante riguarda i crediti alimentari, come quelli per il mantenimento di figli o ex coniugi. In questi casi, il giudice può autorizzare trattenute più elevate, anche oltre il limite del quinto, se lo ritiene necessario per garantire il sostegno ai familiari.
Nel caso in cui una prestazione sia già sottoposta a una trattenuta, ogni nuovo pignoramento deve tenere conto della quota residua disponibile. Inoltre, se ci sono più creditori, la somma complessiva trattenuta non può superare la metà della prestazione mensile.
Le regole sono molte, ma comprendere le basi permette di evitare sorprese e affrontare con maggiore consapevolezza la gestione delle proprie entrate mensili. In un sistema complesso come quello previdenziale, informarsi è un atto di autodifesa.