Quando si parla di investimenti a basso rischio, spesso si pensa subito ai buoni fruttiferi postali o ai titoli di Stato. Ma nel mese di ottobre, con un orizzonte di medio termine che guarda al 2029, è il momento perfetto per riflettere con attenzione su quale tra questi strumenti convenga davvero. Buono 4 Anni Plus o BTP? Due nomi familiari, ma dietro ognuno si nasconde una filosofia d’investimento ben precisa. E per chi vuole proteggere il proprio denaro, senza rinunciare a un guadagno, scegliere l’opzione giusta può fare una grande differenza nel tempo.
In un panorama economico in continua evoluzione, dove i rendimenti sui conti deposito a 12 mesi sono ancora interessanti e l’inflazione continua a incidere sulle scelte quotidiane, non sorprende che molti guardino con attenzione a soluzioni sicure ma profittevoli.
Il Buono 4 Anni Plus e il BTP Tf 3,00% Ag29 sono due strumenti pensati per un orizzonte temporale simile, ma le loro caratteristiche si rivolgono a tipologie di investitori differenti. L’elemento comune è la garanzia statale, ma cambia profondamente l’approccio: da un lato la stabilità, dall’altro la ricerca di un rendimento più consistente, pur accettando qualche oscillazione.
Il Buono 4 Anni Plus è tra gli strumenti preferiti da chi cerca sicurezza, semplicità e una gestione priva di sorprese. Emesso da Cassa Depositi e Prestiti e distribuito da Poste Italiane, offre un rendimento lordo dell’1,25% annuo, tassato al 12,5%, con interessi riconosciuti soltanto alla scadenza. Su un investimento di 10.000 euro, il guadagno netto previsto è di circa 445 euro, portando il capitale finale a 10.445 euro. Il punto di forza è la tranquillità: nessuna esposizione ai mercati, nessuna variazione di prezzo, solo la certezza di riavere quanto investito, maggiorato degli interessi maturati se si arriva fino alla fine del periodo.
Un aspetto importante da considerare è la flessibilità del rimborso anticipato: il buono può essere liquidato in ogni momento, anche se ciò comporta la perdita degli interessi. Questo lo rende ideale per chi non ha una visione finanziaria rigida e potrebbe aver bisogno del capitale prima della scadenza. In aggiunta, il buono è esente da imposte di successione, una caratteristica spesso sottovalutata ma che può fare la differenza in ambito familiare.
Tuttavia, la semplicità ha un costo: il rendimento netto, pur sicuro, è modesto e rischia di essere eroso dall’inflazione. Per chi cerca un rendimento reale più elevato, esistono alternative che, pur comportando qualche rischio in più, possono offrire risultati più interessanti.
Il BTP Tf 3,00% Ag29, con scadenza ad agosto 2029, offre una cedola fissa del 3% annuo, pagata ogni sei mesi. Acquistato oggi a un prezzo intorno a 101,85, garantisce un rendimento netto stimato del 2,13% all’anno. Su un investimento iniziale di 10.000 euro, il rimborso finale arriva attorno ai 10.876 euro, con un guadagno quasi doppio rispetto al Buono 4 Anni Plus.
Questa soluzione si rivolge a chi ha la possibilità di mantenere l’investimento fino alla scadenza e può tollerare le eventuali oscillazioni del valore sul mercato secondario. Infatti, se venduto prima del 2029, il prezzo potrebbe essere inferiore a quello di acquisto, con il rischio di subire una perdita. Ma chi mantiene la rotta e incassa tutte le cedole, beneficia di un rendimento complessivo molto più interessante, specialmente in un contesto in cui i tassi sono destinati a restare elevati ancora a lungo.
Il BTP gode anch’esso della tassazione agevolata al 12,5% ed è coperto dalla garanzia dello Stato italiano. È facilmente negoziabile e trasparente, ma meno flessibile rispetto al buono postale in caso di esigenze improvvise di liquidità. Una scelta adatta a chi è orientato a medio termine, ha obiettivi di rendimento più ambiziosi e non teme qualche variazione di mercato.
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