Situazione sempre più precaria per le famiglie italiane e l’insoddisfazione è forte. A novembre e dicembre ci sarà un taglio per alcuni cittadini e questo arriva in un momento particolarmente delicato.
Infatti, è proprio il periodo del Natale, quello in cui le famiglie si concedono qualche sfizio in più, e questi sfizi fanno bene anche all’economia perché fanno girare il commercio. Dunque, un taglio proprio a novembre-dicembre è qualcosa che non ci voleva.

Quando si è in campagna elettorale, ogni compagine politica promette pensioni più alte e stipendi più in linea col costo della vita, visto che quelli italiani sono tra i più bassi d’Europa. Ma poi, quando i politici sono al governo, fanno esattamente il contrario e il popolo sembra misteriosamente non accorgersene. Saranno purtroppo proprio i lavoratori con redditi bassi a vedere uno stipendio più povero.
Un taglio pesante
Infatti, i lavoratori che guadagnano intorno a €8.500 all’anno perderanno all’incirca 100 euro al mese perché è stato eliminato un doppio vantaggio fiscale che avevano negli anni precedenti. Infatti, fino agli anni precedenti, c’era un taglio sui contributi e c’era il bonus Renzi che era stato ormai portato a 100 euro mensili.

Inoltre, c’è anche la questione che da marzo 2025 per tutti i dipendenti c’è una riduzione del netto in busta paga dovuta alla doppia trattenuta per addizionali comunali. Dunque, a novembre-dicembre chi ha i redditi più bassi può attendersi una diminuzione dello stipendio netto rispetto agli anni precedenti, con perdite totali che arrivano anche a 1.200 euro globalmente.
Aiuti di facciata sullo stipendio che durano ben poco
Il fatto è che nel 2025 è stato eliminato il taglio sui contributi previdenziali a carico del lavoratore che c’era negli anni precedenti. In sostanza, il tanto sbandierato taglio del cuneo fiscale è durato assai poco e questa misura è stata sostituita da un’indennità limitata a determinati redditi, e quindi questo spiega il crollo del netto in busta paga.
Saranno in particolare gli ultimi mesi dell’anno a far pesare questo perché sono probabilmente i mesi nel quale si riequilibrano le trattenute fiscali. Non deve stupire, dunque, che tanti italiani stiano valutando l’opportunità di cercare un secondo lavoro vista la situazione sempre più drammatica degli stipendi.
I lavoratori sono troppo poco educati e consapevoli per chiedere un cambiamento. Un sistema politico, economico e sindacale spreme sempre più una classe di lavoratori troppo intontiti da TV e Social per ricordarsi che i loro nonni e genitori, battendo i pugni sul tavolo avevano ottenuto condizioni di vita molto migliori.