Redditi 2025, la classifica shock: 7 categorie al top e 5 ai minimi storici

I redditi dichiarati in Italia mostrano una forte disparità tra le diverse categorie professionali, con notai e farmacisti ai primi posti e lavoratori autonomi e dipendenti privati che restano in fondo alla classifica. L’Osservatorio sulle entrate fiscali 2025 ha fotografato le differenze più marcate, offrendo un quadro chiaro di chi guadagna di più e di chi resta ai margini del sistema fiscale.

Negli ultimi anni l’analisi sui redditi dichiarati ha messo in luce non solo la distribuzione del carico fiscale, ma anche le profonde disuguaglianze tra professionisti, autonomi e dipendenti. I dati diffusi da Itinerari Previdenziali evidenziano che alcune categorie, come i notai e i farmacisti, mantengono redditi medi annui elevati, mentre settori come gli artigiani, i coltivatori diretti e gli autonomi più piccoli restano in fondo alle tabelle. L’Osservatorio ha analizzato i redditi dichiarati nel 2024, relativi all’anno 2023, mettendo in rilievo le differenze tra chi è iscritto all’INPS, chi fa capo alle Casse professionali e chi rientra nei lavoratori con ISA.

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Redditi 2025, la classifica shock: 7 categorie al top e 5 ai minimi storici – mondofinanza.it

Ne emerge una realtà fatta di grandi disparità, in cui solo una parte ridotta di contribuenti contribuisce in maniera significativa al gettito fiscale, mentre altri settori restano con redditi dichiarati molto bassi. Alcuni esperti fiscali sottolineano come questi dati offrano non solo una fotografia dei guadagni, ma anche degli squilibri nell’adempimento tributario e nel peso della contribuzione sociale. Le cifre permettono inoltre di comprendere come le diverse categorie professionali affrontino il rapporto con il fisco e quali siano le aree più critiche in termini di gettito e contributi.

I redditi più alti: notai, farmacisti e sportivi

Secondo i dati dell’Osservatorio sulle entrate fiscali 2025, i redditi più alti sono dichiarati dagli sportivi professionisti, che raggiungono una media di 270.070 € lordi l’anno, seguiti dai notai con 160.546 € e dai farmacisti con circa 107.000 €. Altri professionisti di fascia alta sono gli attuari con redditi medi di 100.000 €, i commercialisti con circa 88.366 € e i chirurghi con 74.000 €. Nella parte alta della classifica compaiono anche i dentisti, con redditi medi di 67.000 €. Accanto a questi dati emergono differenze importanti: i giornalisti dipendenti, ad esempio, dichiarano mediamente 68.280 €, mentre i lavoratori del settore volo si fermano a 39.790 €.

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I redditi più alti: notai, farmacisti e sportivi – mondoefinanza.it

La distanza rispetto ai lavoratori del settore privato, che in media non superano i 25.000 €, mette in luce un forte squilibrio. Gli esperti di Itinerari Previdenziali sottolineano che questi dati si basano su redditi medi lordi e includono anche chi dichiara zero o importi negativi, ma restano comunque un indicatore chiaro delle categorie più forti in termini di dichiarazioni fiscali e delle differenze strutturali nel sistema produttivo italiano.

I redditi più bassi: autonomi, coltivatori e lavoratori dipendenti

In fondo alla classifica ci sono i giornalisti liberi professionisti, con redditi medi di circa 17.342 €, i biologi con 20.922 €, i periti agrari con 23.101 € e gli psicologi con 25.657 €. Tra i lavoratori autonomi soggetti a ISA, i più alti sono gli intermediari del commercio con circa 67.800 €, mentre altre categorie come gli informatici (56.500 €) e gli amministratori di condominio (50.300 €) mostrano redditi più elevati della media. All’opposto, settori come estetisti (15.400 €), lavanderie (14.000 €) e gestori di discoteche o scuole di danza (12.100 €) risultano tra i meno redditizi.

Tra i dipendenti, i redditi medi oscillano tra i 34.000 € e i 37.000 € per i lavoratori pubblici, mentre i dipendenti del settore privato e gli artigiani si attestano intorno ai 25.000 €. I coltivatori diretti, i coloni e i mezzadri, con un reddito medio di 12.110 €, sono considerati dall’Osservatorio praticamente “a carico della collettività” in termini fiscali e contributivi.

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