Pagare la rata del mutuo è un impegno sempre più oneroso per le famiglie italiane e questo porta ad innumerevoli contenziosi, spesso molto lunghi e costosi.
Le famiglie cercano di avere ragione, ma le banche hanno avvocati da non sottovalutare. Tuttavia è proprio la giurisprudenza a rendere spesso la normativa sui mutui più umana di quanto non lo abbia reso la normativa in sé per sé. Una nuova sentenza del Tribunale di Padova stabilisce che il mutuo sia addirittura nullo se gli interessi non sono chiari.

In effetti, il tasso di interesse è qualcosa di determinante per questo strumento economico e se non c’è chiarezza significa che la banca potrà approfittarsi della famiglia in molti modi. Nello specifico, la sentenza 605 del 14 aprile 2025 ravvisa come addirittura due contratti di mutuo bancario che le sono stati sottoposti fossero completamente nulli.
Nullità per le clausole furbe
Questa nullità era dovuta alla mancanza di chiarezza e trasparenza sugli interessi dovuti. In particolare, il tribunale ha rilevato che i contratti non indicavano in modo chiaro il regime di capitalizzazione degli interessi (cioè se semplici o composti) e neppure il piano di ammortamento completo.

Questi due non sono futili tolti i dettagli tecnici perché incidono in modo pesante sulla cifra globale che la famiglia deve pagare, anche se immediatamente non è percepito.
Per consentire al mutuatario di comprendere e verificare il costo finale del finanziamento non c’erano in sostanza gli elementi minimi. Dunque, queste banche, come spesso le banche fanno, si sono approfittate della famiglia lasciando fumosi aspetti tecnici e così di fatto lasciando indeterminata la cifra globale che la famiglia avrebbe dovuto sborsare.
Impossibilità di fare i conti
Secondo gli esperti, queste cose capitano assai spesso e di conseguenza tante famiglie che hanno un mutuo in piedi sono convinte che nel complesso dovranno tirar fuori una determinata cifra, ma la banca sa bene che attraverso questi sofismi la cifra sarà molto più alta, andando a generare un guadagno ingiusto e illegale.

Proprio per questo, tale sentenza rappresenta un precedente importante che le famiglie devono ben tenere a mente. Se portando il contratto da un consulente questo si rende conto che i clienti non hanno modo di stabilire con chiarezza quanto dovranno pagare perché alcuni parametri dell’accordo sono poco chiari o addirittura mancano del tutto, o comunque non c’è un modo univoco di determinarli, ecco che il contratto è semplicemente nullo ed è interesse della famiglia sottolineare questo aspetto.
Oltre ai dati già sottolineati, è importante notare che il tribunale ha applicato l’articolo 117, comma 7, del Testo Unico Bancario con sostituzione del Tasso contrattuale con il Tasso minimo dei BTP, che è un classico strumento di riferimento, tra l’altro con capitalizzazione semplice, che ovviamente è più favorevole nei confronti del cliente.
Questa sentenza è di notevole importanza anche perché nel primo semestre 2025 la domanda di mutui in Italia è aumentata addirittura del 20% e del 63,2% sono aumentate le surroghe, dunque parliamo di un mercato molto ampio che riguarda tantissime famiglie.