La pensione di reversibilità e l’invalidità sono state stravolte ultimamente da vari pronunciamenti e dunque ecco arrivare i tagli.
Al di là della rabbia giustificatissima di chi riceve o riceverà un assegno minore, è importante capire le motivazioni anche eventualmente per opporsi laddove non si dovesse rientrare nelle categorie interessate dal taglio. Innanzitutto abbiamo il problema del superamento del limite reddituale.
La pensione di reversibilità può essere ridotta o revocata se il reddito complessivo del beneficiario eccede un determinato tetto. Un errore frequente è la doppia contabilizzazione dei redditi pensionistici con conseguenti decurtazioni ingiustificate. Ma alle volte è proprio il soggetto, magari in buona fede, ad aver nascosto un introito all’INPS, che poi se ne accorge e allora sono guai. La seconda grande questione riguarda l’attività lavorativa del figlio invalido.
Se il figlio invalido, titolare di reversibilità, svolge un’attività di tipo lavorativo o che comunque gli genera un introito, la pensione si riduce in base a un calcolo fatto a scaglioni di reddito e il taglio può andare dal 25% al 50%. C’è inoltre la questione dell’invalidità parziale. La pensione di invalidità e la reversibilità non sono cumulabili se l’invalidità è inferiore al 100%. Quindi, un invalido all’80% che percepisce la reversibilità non può avere anche la pensione di invalidità e uno dei due trattamenti va perduto.
Molti si dicono contrari al divieto di questo cumulo perché non si vede la ragione per la quale, se sussiste l’invalidità e sussiste il legame con il defunto, non si abbia diritto ad entrambi i trattamenti.
C’è poi la grande questione della errata valutazione dei redditi da parte dell’INPS. Alcune sedi dell’INPS, anche se può sembrare strano, applicano calcoli errati sommando redditi pensionistici di anni diversi o doppie pensioni. Questo è emerso in vari giudizi e ha causato anni di disagi ai beneficiari, anche se poi hanno vinto la causa.
Se un taglio è percepibile facilmente è il mancato aumento a causa di un di questi errori ad essere maggiormente insidioso. Infatti in questo caso si vedrà il proprio trattamento sempre costante e non si sospetterà nulla. Ecco perchè gli esperti conisgliano ciclicamente di controllare dati alla mano, l’importo di quel che si riceve: errori nostri o dell’INPS o smplicemente un cambio di normativa possono alterare le cose.
Ma sono anche le sentenze a poter cambiare tutto: un orientamento giurisprudenziale più favorevole ci può concedere vantaggi che non sospettiamo neanche.
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