Calendario 2026, ecco le 13 festività in busta paga: la nuova data che cambia tutto

Dal 2026 il calendario italiano delle festività si arricchirà di un nuovo giorno rosso: il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Questo significa che aumentano le festività in busta paga, con effetti sia per i lavoratori sia per le aziende. Conoscere l’elenco aggiornato delle ricorrenze ufficiali diventa fondamentale per pianificare ferie, contratti e pagamenti.

Il tema delle festività nazionali ha sempre avuto un impatto rilevante sulla vita quotidiana dei cittadini e sulla contrattazione collettiva. L’introduzione di una nuova ricorrenza riconosciuta per legge dal Parlamento risponde a un dibattito che andava avanti da anni, sostenuto anche da diverse associazioni cattoliche e da enti locali. Il ritorno del 4 ottobre tra i giorni festivi era stato abolito nel 1977, insieme ad altre ricorrenze, nell’ottica di favorire la produttività economica. Oggi, invece, la scelta mira a recuperare una tradizione legata all’identità nazionale e a riconoscere formalmente il patrono d’Italia.

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Calendario 2026, ecco le 13 festività in busta paga: la nuova data che cambia tutto – mondoefinanza.it

Secondo i dati diffusi dal Ministero del Lavoro, il ripristino della festività del 4 ottobre non comporterà modifiche agli altri giorni festivi già riconosciuti, ma si aggiungerà al calendario, aumentando di fatto il numero di ore retribuite senza obbligo di lavoro. In questo contesto diventa utile ricordare l’elenco completo delle festività 2026, che rappresentano punti di riferimento sia per i lavoratori dipendenti sia per i datori di lavoro. L’inserimento di questa nuova data si inserisce inoltre nel quadro delle politiche di welfare e di bilanciamento vita-lavoro, spesso discusse negli ultimi anni anche a livello europeo.

Tutte le festività civili e religiose del 2026

L’anno 2026 sarà caratterizzato da un totale di 13 festività nazionali riconosciute. Oltre al 1° gennaio (Capodanno), il calendario include il 6 gennaio (Epifania), il 29 marzo (Pasqua), il 30 marzo (Lunedì dell’Angelo), il 25 aprile (Festa della Liberazione), il 1° maggio (Festa del Lavoro), il 2 giugno (Festa della Repubblica), il 15 agosto (Ferragosto), il 1° novembre (Ognissanti), l’8 dicembre (Immacolata Concezione), il 25 dicembre (Natale) e il 26 dicembre (Santo Stefano).

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Tutte le festività civili e religiose del 2026 – mondoefinanza.it

La novità assoluta è rappresentata dal 4 ottobre, dedicato a San Francesco d’Assisi. Questa ricorrenza, tornata ufficialmente a essere giorno festivo, sarà celebrata in tutto il territorio nazionale. Si tratta di una decisione che riporta in auge un momento identitario che da secoli unisce la cultura laica e quella religiosa, e che avrà un impatto diretto anche sulle buste paga.

Effetti pratici delle festività sul lavoro

Per i lavoratori dipendenti, ogni giorno festivo rappresenta un diritto alla retribuzione ordinaria, anche se non vi è prestazione lavorativa. Nel caso in cui si lavori durante queste giornate, spetta una maggiorazione stabilita dai contratti collettivi. L’aumento delle festività a partire dal 2026 significa quindi un incremento del costo del lavoro per le imprese, ma anche un beneficio concreto per i dipendenti, che potranno contare su un numero maggiore di giornate retribuite o, in alternativa, di straordinari maggiorati.

Gli esperti del Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno sottolineato che l’impatto economico complessivo sarà limitato, poiché la nuova festività cadrà in un periodo non centrale per la produzione industriale. Tuttavia, per il settore turistico e per le attività legate alla cultura e ai servizi, il 4 ottobre potrà rappresentare un’opportunità di crescita. In questo senso, il calendario 2026 segna un passo importante sia per i cittadini che per le imprese, che dovranno organizzarsi di conseguenza.

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