Molti credono che durante le ferie lo stipendio sia più basso e che il cedolino di quel mese porti brutte sorprese, ma le cose non stanno proprio così. Una recente sentenza della Cassazione ha fatto luce su cosa spetta davvero, e i chiarimenti sono importanti per chi lavora. Dietro una busta paga che sembra più leggera si nasconde spesso solo un’errata interpretazione, mentre la legge tutela con precisione chi si prende il proprio periodo di riposo. Capire perché la retribuzione non cambia – o dovrebbe non cambiare – è essenziale per non farsi cogliere impreparati e per difendere i propri diritti.
Quando arriva il momento di prendersi una pausa dal lavoro, magari in estate o nei ponti dell’anno, può succedere di ritrovarsi con un cedolino che sembra meno ricco del solito. Alcune voci mancano, altre cambiano, e si inizia a pensare che le ferie vengano pagate solo a metà. Un dubbio legittimo, alimentato anche da una certa confusione nei termini.

Tuttavia, esistono regole ben precise che tutelano i lavoratori e garantiscono che il periodo di riposo non diventi un problema economico. Norme nazionali, direttive europee e una recente pronuncia della Corte di Cassazione hanno chiarito tutto in modo dettagliato.
Le ferie devono essere pagate come se si fosse al lavoro e la Cassazione lo ha ribadito con forza
Durante il periodo di ferie retribuite, la busta paga deve riflettere la retribuzione piena, proprio come se si stesse lavorando regolarmente. Lo ha confermato la Corte di Cassazione con la sentenza n. 24988/2025, chiarendo che la retribuzione durante il riposo annuale deve includere anche tutte quelle indennità collegate alla mansione svolta e non solo la paga base. Un principio già stabilito dalla direttiva 2003/88/CE dell’Unione Europea, che mira a garantire che il lavoratore non venga scoraggiato nel prendersi le ferie.

Questo significa che il cedolino deve contenere non solo lo stipendio ordinario, ma anche eventuali maggiorazioni per turni, indennità di rischio, indennità di funzione, se sono parte strutturale della mansione. Per fare un esempio pratico, se un lavoratore del settore sanitario riceve un’indennità fissa per lavoro notturno, questa deve essere presente anche durante il mese in cui è in ferie, perché rappresenta una parte stabile della retribuzione.
In sostanza, le ferie non devono comportare alcuna penalizzazione economica. È un diritto che riguarda la salute, il benessere e l’equilibrio psico-fisico del lavoratore, e per questo non può essere legato a una riduzione dello stipendio. La retribuzione, anche in vacanza, deve rimanere proporzionata al ruolo e alla responsabilità.
Perché la busta paga può sembrare più bassa durante le ferie ma non significa che venga pagata a metà
Nonostante quanto previsto dalla legge, può capitare che la busta paga nel mese delle ferie appaia più bassa. Ma attenzione: si tratta di una percezione, non di una riduzione illegittima. Infatti, alcune voci variabili, come gli straordinari, i premi di produzione, o le trasferte, possono semplicemente non comparire perché non sono state effettuate in quel periodo. Tuttavia, ciò non tocca il diritto a ricevere la retribuzione feriale completa per le ore coperte dalle ferie.
Un caso tipico è quello di un impiegato che normalmente accumula ore extra ogni mese. Se va in ferie per tre settimane, è ovvio che quelle ore in più non saranno presenti nel cedolino. Ma questo non significa che le ferie siano pagate la metà. La parte fissa, quella che deve sempre esserci, resta invariata. Quello che manca è ciò che non è stato fatto, e che non è obbligatorio includere nel calcolo delle ferie.
Per evitare equivoci, è utile saper leggere bene il cedolino e verificare la voce “ferie godute” accanto alla relativa retribuzione. In caso di dubbi, il consiglio è rivolgersi a un patronato o un sindacato.
Ogni situazione può variare a seconda del contratto collettivo nazionale di riferimento, ma il principio resta valido per la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti: le ferie devono essere pagate per intero, altrimenti si configura una violazione del diritto al riposo.