Vivere in condominio non è semplice. Benché si tratti di una minuscola collettività, è comunque già afflitta dai mali di quelle più grandi e tra essi non manca la corruzione.
Non si contano i casi di amministratori che scappano con la cassa o di quelli che gonfiano i lavori, facendoli fare sempre puntualmente alle stesse aziende amiche, o ancora di quelli che fanno pagare cifre di favore ai condomini che hanno contribuito alla loro nomina.
È un malcostume molto diffuso quello secondo il quale i condomini che hanno portato e hanno contribuito a fare eleggere, magari parlandone bene agli altri, il nuovo amministratore, debbano essere avvantaggiati su tutti i fronti. È inutile dire che tutto ciò è illegale. Quando alcuni condomini sono amici dell’amministratore possono facilmente avere sconti, proroghe e facilitazioni.
Avere uno sconto sulla spesa condominiale significa scaricarla sugli altri e ci sono mille trucchi contabili per consentire questo. Non sono mancati casi di trasparenza scarsissima o addirittura vere e proprie frodi. Ma l’amministratore, per quanto renda opache le carte, non può sfuggire alla legge. Ciascun condomino può richiedere risarcimenti e in alcuni casi l’amministratore può finire anche nel penale.
Per contrastare i comportamenti scorretti o proprio illeciti dell’amministratore si può procedere alla revoca. Essa può avvenire tramite assemblea condominiale o, se ci sono gravi irregolarità, anche tramite decreto del tribunale.
Anche un singolo condomino può rivolgersi al giudice per chiedere la revoca, che sarà concessa se ci sono gravi irregolarità o mancata rendicontazione. Segue poi l’azione risarcitoria. Il condomino o anche il condominio nel complesso possono avviare un’azione civile per ottenere il risarcimento dei danni causati da mala gestione o negligenza.
Si può in ultimo arrivare addirittura alla denuncia penale. I comportamenti illeciti come l’appropriazione indebita o la frode danno la possibilità ai condomini di presentare la denuncia penale.
Il procedimento penale può portare a un risarcimento automatico in caso di condanna, ma richiede la costituzione di parte civile e può essere un percorso molto impegnativo. Il vero rischio che spinge tanti a non intraprendere questa via è quello delle contro-denunce.
Tuttavia, prima di avviare un’azione giudiziaria civile, è obbligatorio tentare una mediazione per risolvere la controversia con l’amministratore. Qualsiasi decisione andrà sempre presa consultandosi con un buon legale perchè purtroppo gli amministratori sono assai abili nel nascondere le tracce di creste e favoritismi.
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