I controlli fiscali diventano per due e i cittadini tremano: come funziona il raddoppio della temuta 24093

La lotta all’evasione fiscale è uno dei grandi temi di tutti i governi dal dopoguerra in poi.

Sappiamo benissimo che in realtà è una lotta che si combatte contro i poveri e il ceto medio, perché invece i grandi patrimoni non vengono mai toccati grazie ad abili triangolazioni. Tuttavia, è recentemente intervenuta una novità che, se può far guadagnare qualcosa allo Stato in termini di tasse evase, sicuramente è anche un elemento di ansia per i cittadini onesti.

scritta e documenti
I controlli fiscali diventano per due e i cittadini tremano: come funziona il raddoppio della temuta 24093-mondoefinanza.it

È stata la Cassazione, con l’ordinanza numero 24093 del 30 ottobre 2020, ad aver operato un raddoppio dei termini davvero pesante, e vedremo perché. Si tratta di una novità importante che estende i poteri di controllo del fisco sino ad otto anni dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, e tutto questo in particolare per quel che concerne i crediti d’imposta inesistenti o non spettanti: insomma, i famosi bonus.

Guai se hai avuto i bonus

La Cassazione ha fatto un’operazione molto interessante sul piano dell’elaborazione del diritto. Difatti, ha equiparato due tipi di crediti diversi, suscitando preoccupazione sia tra i contribuenti che tra i consulenti fiscali. Dunque, quando si tratta di crediti d’imposta, il fisco avrà a disposizione proprio otto anni, ma c’è di peggio. Infatti, se c’è omissione, infedeltà o frode fiscale, i termini di controllo possono addirittura superare gli otto anni, come nel caso di sospetti di reati fiscali più gravi.

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La morale della favola è che tutta la documentazione relativa al fisco e relativa soprattutto ai bonus bisogna conservarla quanto più a lungo possibile. Sicuramente va conservata otto anni, perché ormai questo termine è da considerarsi pacifico, ma, come ci ha spiegato un esperto, il problema è che se veniamo sospettati di reati fiscali più gravi, ci possono essere chiesti dei documenti anche oltre gli otto anni e lì il fatto di non averli potrebbe essere assai problematico.

Conservare di documenti è fondamentale

Dunque, ormai quando si tratta di fisco la conservazione dei documenti deve essere una priorità e in questo il digitale sicuramente ci dà una mano. Noi ed il nostro consulente non dobbiamo considerare l’archiviazione come una sorta di lavoro extra ma come un elemento determinante del nostro operato.

Assai utili sono software come Digital Easy Archive di Konica Minolta, o anche LegalDoc di Tinexta Infocert, ma anche piattaforme di gestione documentale affidabili come Zucchetti o TeamSystem. Sono valide in questo caso perchè conformi al Codice dell’Amministrazione Digitale ed alle linee guida di AgID: grazie a questi strumenti conservare dati ficali che potranno un domani trarci d’impaccio è più facile.

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