Ci sono casi in cui i requisiti per accedere alla Legge 104 vengono messi in discussione e la revisione del verbale diventa un passaggio obbligato. Nel frattempo, le agevolazioni continuano a valere o rischiano di svanire senza preavviso.
Un verbale con data di scadenza non è solo un dettaglio formale, ma può cambiare tutto nella vita di chi usufruisce dei benefici.
Spesso si crede che i diritti acquisiti siano intoccabili, ma quando entra in gioco la revisione, lo scenario può cambiare radicalmente. È proprio in questo limbo, tra la scadenza del verbale e l’attesa di una nuova visita medica, che sorgono i dubbi più pressanti. La normativa è chiara, ma l’esperienza pratica racconta un’altra storia, fatta di attese, documenti da preparare e diritti da difendere. E proprio lì, tra scadenze e convocazioni che tardano ad arrivare, si nascondono risposte che vale la pena conoscere.

A volte una data segnata su un verbale può avere più peso di quanto si pensi. Quando si parla di benefici legati alla disabilità, ogni dettaglio conta. Il riconoscimento dello stato di handicap ai sensi dell’art. 3 della Legge 104 può essere permanente, oppure soggetto a revisione.
Questa seconda ipotesi apre a scenari molto delicati, soprattutto quando l’INPS tarda a convocare per la visita di controllo. In quel tempo sospeso, tra la scadenza del verbale e la nuova valutazione, ci si chiede se i permessi dal lavoro, le detrazioni e le agevolazioni fiscali continuino a valere.
Per fortuna, esistono norme che tutelano il beneficiario, ma è importante conoscere bene i confini di questa protezione, soprattutto alla luce delle ultime modifiche introdotte dal D.Lgs. 62/2024.
La revisione del verbale di handicap grave nella Legge 104 è obbligatoria solo in alcuni casi e avviene su decisione della Commissione medica
Quando un soggetto ottiene il riconoscimento dello stato di disabilità, può ricevere un verbale definitivo oppure rivedibile. Quest’ultimo riporta una scadenza precisa, entro cui l’INPS deve convocare l’interessato per la visita di revisione.

La revisione è prevista nei casi in cui la patologia può evolvere, come nelle persone in età evolutiva o in condizioni sanitarie non stabili. La Commissione medica dell’ASL inserisce questa indicazione nel verbale stesso. In presenza di una disabilità permanente, invece, la revisione non è necessaria.
Nel 2025, grazie al nuovo assetto normativo, le cose cambiano ulteriormente per alcune categorie: ad esempio, chi soffre di patologie oncologiche potrà essere rivalutato direttamente sugli atti, senza dover sostenere una nuova visita fisica, se la documentazione fornita è completa.
Inoltre, sarà possibile unificare in un solo accertamento le domande relative a invalidità civile, sordità, disabilità e inabilità previdenziale, semplificando le procedure per chi deve gestire più pratiche contemporaneamente.
Nel periodo tra la scadenza del verbale e la visita di revisione i diritti legati alla Legge 104 restano validi per legge
Molti temono che, con la scadenza del verbale, i diritti vengano sospesi. In realtà, la normativa protegge chi si trova in questa fase. L’art. 25, comma 6-bis del D.L. 90/2014 stabilisce chiaramente che, in attesa della visita di revisione, restano validi tutti i benefici e le agevolazioni connesse alla Legge 104.
Questo significa che, finché non si riceve un nuovo verbale che modifica la valutazione precedente, il soggetto continua a godere dei permessi lavorativi, delle detrazioni fiscali e delle altre tutele previste.
La visita di revisione è competenza esclusiva dell’INPS, che deve convocare il soggetto nei tempi stabiliti. Solo dopo la nuova valutazione, se negativa, i diritti cessano dal giorno successivo all’emissione del verbale aggiornato.
È importante, però, tenere pronta la documentazione sanitaria, soprattutto nei casi in cui la revisione può avvenire per via documentale. Questo consente di accelerare i tempi ed evitare disguidi.
Anche se la legge garantisce continuità, l’incertezza resta un peso per chi vive questa situazione. Sapere cosa prevede la normativa permette di affrontare meglio l’attesa e, se necessario, far valere i propri diritti nel modo più efficace.