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Arriva la pensione anticipata a 64 anni senza TFR o fondi grazie alla nuova corsia sociale ancora poco sfruttata

C’è un’importante novità in vista per la pensione anticipata in Italia e il vantaggio sarà notevole.

Dal 2026 non sarà più necessario utilizzare il Trattamento di Fine Rapporto o dei fondi pensione integrativi per poter andare in pensione anticipatamente a 64 anni, come invece avveniva fino ad adesso. I requisiti per la pensione anticipata da 64 anni saranno: aver maturato almeno 25 anni di contributi e percepire la pensione contributiva che valga almeno tre volte l’importo dell’assegno sociale, ovverosia circa 1.620 euro mensili, secondo le proiezioni dell’anno prossimo.

Arriva la pensione anticipata a 64 anni senza TFR o fondi grazie alla nuova corsia sociale ancora poco sfruttata-credit ANSA-mondoefinanza.it

Per quanto concerne le donne con figli, la soglia minima di reddito sarà abbassata, con l’obiettivo di rendere più agevole l’accesso e lasciare fuori il minor numero possibile [di persone]. Questo non significa che il TFR diverrà meno importante nel sistema previdenziale, semplicemente i lavoratori avranno maggiore libertà di scelta su come utilizzarlo. Se la pensione INPS è sufficiente, il TFR potrà essere utilizzato senza vincoli particolari.

Se non si arriva alle soglie minime

Ma se invece dovesse accadere che non si raggiungono le soglie minime, sarà possibile arrivare ad esse grazie al TFR o ai fondi pensione, ma la novità è che non è più obbligatorio. C’è anche una proposta relativa a utilizzare il TFR fermo presso l’INPS per una rendita mensile integrativa. Questa riforma punta a offrire più flessibilità e a facilitare l’uscita anticipata con meno vincoli.

Se non si arriva alle soglie minime-mondoefinanza.it

Ma vediamo come si conteggiano i periodi figurativi e il cumulo contributivo, assai preziosi in queste situazioni. I periodi figurativi sono momenti della vita del lavoratore che vengono considerati validi ai fini contributivi senza che sia stato versato alcunché a fini contributivi. Sono riconosciuti dallo Stato in situazioni come il servizio militare, la malattia, la maternità, disoccupazione, eccetera.

Questi periodi figurativi sono conteggiati nel calcolo della pensione e permettono di colmare svariati vuoti contributivi. Il cumulo contributivo invece consente di sommare gratuitamente i contributi accreditati in gestioni diverse.

Questo, ovviamente, al fine di avere una pensione unica, senza che sia necessario ricorrere alla ricongiunzione o alla totalizzazione, che sono contorte e spesso non consentono di arrivare realmente alla pensione. La domanda di cumulo è un po’ complessa e si presenta all’ente con cui si è iscritti o presso il quale si ha l’ultima contribuzione.

Questo diventerà l’ente istruttore che avvierà le verifiche presso le altre gestioni e provvederà al riconoscimento dell’anzianità contributiva e provvederà anche alla liquidazione, ma seguendo le regole di ciascun ente.

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