Per riuscire a farsi pagare le cifre dovute dal datore di lavoro, la procedura può essere più breve di quanto non si creda ed è importante non sottostare a pressioni di vario genere.
Innanzitutto bisogna inviare una diffida formale tramite raccomandata o PEC. Con la PEC si risparmiano tempo e soldi e si può fare subito un sollecito al pagamento. Se non si indica un termine preciso, il tutto può essere più problematico. Se così non si risolve, bisogna andare a fare una tentativo di conciliazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Se anche in questo caso non ci dovesse essere una soluzione, il lavoratore può presentare un Ricorso per Decreto Ingiuntivo al Tribunale del Lavoro allegando la busta paga come elemento di prova.
Il giudice ordinerà subito al datore di lavoro il pagamento entro 40 giorni. A questo punto è veramente difficile che il datore di lavoro continui a fare orecchie da mercante, ma nella remota ipotesi nella quale ciò dovesse succedere, il Decreto Ingiuntivo diventerà esecutivo e si potrà procedere al recupero forzato tramite pignoramento.
L’iter spiegato chiaramente
Se il datore di lavoro dovesse opporsi, si avvia un procedimento giudiziario ordinario. In situazioni particolarmente gravi, il mancato pagamento dello stipendio può giustificare le dimissioni per giusta causa. Anche in questo caso, si avrà diritto all’indennità.

Ma vediamo come scrivere una lettera di diffida efficace al datore di lavoro. Innanzitutto servono i dati del mittente e cioè del lavoratore: nome, cognome, indirizzo, ecc. Poi, i dati del destinatario: nome, ragione sociale, indirizzo, ecc. Poi occorre l’oggetto della lettera e qui bisogna essere estremamente chiari nell’indicare che si tratta di una diffida formale relativa al mancato pagamento dello stipendio o di altro trattamento.
Importante evitare ambiguità
Nella premessa bisogna descrivere brevemente, in modo efficace e chiaro, la propria posizione lavorativa e il problema riscontrato, come può essere, ad esempio, un pagamento inferiore a quello dovuto. Poi bisogna fare una descrizione molto dettagliata della mancata prestazione o inadempienza del datore di lavoro con riferimenti molto chiari. Poi ci deve essere una richiesta formale dell’adempimento entro un termine preciso, che di solito è di almeno 15 giorni.
Seguirà l’avvertenza che il mancato adempimento comporterà il procedere con azioni legali o altre misure previste dalla legge. Si dovrà chiudere con data e luogo e la firma del lavoratore. La chiarezza è importante perché se la lettera fosse ambigua, questo potrebbe essere un pretesto per il datore di lavoro per perdere ulteriore tempo.”