Il cosiddetto bonus nipoti si declina in due diverse prestazioni di ausilio. La prima misura riguarda l’Assegno Unico Universale.
In linea di principio questo sussidio è destinato ai genitori per dare un certo sollievo dalle spese dei figli a carico, ma può essere richiesto anche dai nonni. Un nonno può richiederlo quando esiste un formale provvedimento di affido o collocamento. In questi casi, i nonni possono presentare domanda per ottenere questo sussidio pubblico perché hanno i nipoti a carico. Questo vale per i nipoti minorenni o anche per i maggiorenni fino ai ventuno anni.

Ma c’è anche un’altra misura di questo tipo, ed è quella che si ha quando il nipote diventa un caregiver dell’anziano. Spesso capita che il nonno non abbia nessuno ad occuparsi di lui e sia impossibilitato a badare alle faccende anche più banali. In questo caso interviene la figura del caregiver, che è colui che si prende cura di chi non può badare a se stesso. Questa figura può ben essere ricoperta dal nipote e in questo caso egli usufruirà dei permessi secondo la legge 104.
Due sostegni poco noti
La scelta tra lo status di caregiver con i conseguenti benefici della legge 104 ha effetti anche sugli altri familiari. Queste due forme di sostegno sono diverse tra loro e legano la figura del nonno con quella del nipote. Purtroppo, tanti nipoti si prendono cura dei nonni ma non vengono formalmente riconosciuti come caregiver. È importante questo riconoscimento per sfruttare i vantaggi connessi. Per richiedere il riconoscimento come caregiver bisogna seguire questi passaggi fondamentali.

Prima di tutto, bisogna presentare la domanda presso il Punto Unico di Accesso (PUA) del distretto socio-sanitario al quale si appartiene. Il caregiver deve essere parente stretto fino al secondo grado e prestare assistenza continuativa e gratuita. La convivenza con la persona assistita spesso è richiesta o comunque consigliata per dare prova di effettiva assistenza.
La fine dell’iter e l’alternativa
C’è poi la valutazione sanitaria che effettua la visita e valuta la situazione della persona assistita e il rapporto concreto con il caregiver. A seguito di ciò, viene redatto un piano personalizzato di assistenza che include anche la scheda del caregiver. Dopo le verifiche del caso, all’assistito viene rilasciata una tessera identificativa. Essa rappresenta il riconoscimento formale e permette di accedere a servizi e agevolazioni.
In alternativa, c’è anche una procedura che molti consigliano perché si è fa tramite l’INPS che consente il riconoscimento del caregiver in base alla convivenza documentata.