Sicurezza in auto: perché il sedile posteriore centrale riduce fino al 25 % il rischio di morte secondo gli studi

Molti credono che tutti i sedili di un’auto offrano la stessa protezione. In verità, alcune posizioni differiscono nettamente in termini di sicurezza, soprattutto in caso di collisione. Scopri quale posto è davvero il più protetto secondo studi aggiornati.

In molti viaggi in auto, ci si chiede se il sedile occupato possa fare la differenza in caso di incidente. Il tema appare semplice, ma nasconde sfumature scientifiche e dati che pochi conoscono. È qui che entrano in gioco valori come sicurezza in auto, posizione ideale, rischio di lesioni e statistiche su incidenti.

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Sicurezza in auto: perché il sedile posteriore centrale riduce fino al 25 % il rischio di morte secondo gli studi – mondoefinanza.it

Ciò che sembrava una risposta intuitiva, come sedersi dietro e magari al centro, acquisisce peso quando si guardano studi su migliaia di sinistri. Spesso si considera il sedile posteriore come più protetto, l’airbag anteriore come una barriera da non sottovalutare e l’uso delle cinture come criterio imprescindibile. Ma qual è davvero il posto più sicuro in auto? Studi autorevoli offrono risposte e differenziano per età, tipo d’urto e tecnologia del veicolo.

Analisi degli studi: il sedile posteriore centrale emerge fra i più protetti

Secondo una ricerca pubblicata in rivista medica, analizzando gli incidenti mortali negli Stati Uniti dal 2000 al 2003, il sedile posteriore centrale si è dimostrato il più sicuro: offre una probabilità di sopravvivenza superiore del 25 % rispetto agli altri sedili posteriori, anche dopo aggiustamenti statistici per fattori confondenti, come riportato da Mayrose et al. In generale, i sedili posteriori presentano un rischio di morte ridotto del 29,1 % rispetto ai sedili anteriori.

Un altro studio pubblicato su PMC ha stimato che viaggiare nel sedile posteriore, rispetto a quello anteriore, riduce il rischio di decesso tra il 26 % e il 41 %, a seconda dell’età, dell’uso delle cinture e della presenza dell’airbag anteriore. Il vantaggio è maggiore per i passeggeri più giovani. Anche l’Università di Buffalo ha contribuito: i ricercatori hanno verificato che i passeggeri seduti nel centro della fila posteriore possono essere 25 % più protetti rispetto ai compagni laterali e, controllando variabili come il veicolo, tipo di impatto e cinture, hanno stimato che il sedile centrale resti più sicuro del 16 % rispetto alle altre posizioni.

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Analisi degli studi: il sedile posteriore centrale emerge fra i più protetti – mondoefinanza.it

La rivista Focus ha richiamato queste evidenze, ricordando come le portiere costituiscano punti vulnerabili e che chi è seduto al centro gode di una “zona cuscinetto” più ampia rispetto ai lati, rendendo più difficili intrusioni laterali in caso d’urto.

Variabili che influenzano la sicurezza del sedile

La sicurezza in auto di un posto non dipende solo dalla posizione: fattori come cintura di sicurezza, airbag, tipo di urto e l’età dell’occupante mutano significativamente il risultato. Studi recenti hanno rilevato che in veicoli moderni alcuni sedili posteriori, pur “dietro”, possono presentare maggior rischio se privi di protezioni laterali o se il crash è laterale, come osservato in ricerche IIHS.

L’efficacia delle cinture è cruciale: la NHTSA mostra che indossare la cintura riduce la probabilità di morte tra il 30 % e il 50 %. Per i bambini, le ricerche indicano che fino a 13 anni è consigliabile non posizionarli davanti, proprio per i rischi legati agli airbag pensati per adulti. Alcuni studi relativi al sedile posteriore centrale fanno notare che, nei casi di ribaltamento o impatto multiplo, le forze rotazionali possono essere meno intense rispetto ai lati, beneficiando chi occupa la posizione centrale.

In sintesi, mentre il sedile posteriore centrale è statisticamente il più sicuro, la protezione reale dipende dalla tecnologia del veicolo, dall’uso corretto delle protezioni e dalle caratteristiche dell’impatto, come dimostrano le fonti citate da Focus, University at Buffalo e NHTSA.

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