Bonus ristrutturazione e detrazione fiscale seconda casa, posso ottenere le agevolazioni al 50% nel 2025 o il 36% nel 2026?

Bonus ristrutturazione e detrazione fiscale seconda casa: nel 2025 c’è ancora una possibilità di ottenere il 50% sulle spese, ma dal 2026 si cambia tutto. Tra normative, scadenze e requisiti tecnici, chi ha una seconda abitazione rischia di perdere un’occasione importante se non presta attenzione. C’è un modo per accedere ancora all’agevolazione più conveniente, ma serve sapere esattamente come muoversi, perché anche un errore banale può compromettere tutto il beneficio.

Non si tratta solo di sapere se la seconda casa è ammessa, ma di verificare con precisione il tipo di intervento, il titolo edilizio, i pagamenti e la documentazione. La legge non esclude chi possiede una seconda abitazione, ma i paletti sono chiari e non lasciano spazio all’improvvisazione.

mani che proteggono una casa in miniatura
Bonus ristrutturazione e detrazione fiscale seconda casa, posso ottenere le agevolazioni al 50% nel 2025 o il 36% nel 2026?-mondoefinanza.it

Chi ha in programma lavori edilizi nel 2025 dovrebbe agire con tempismo, perché la finestra per godere del bonus più elevato si sta chiudendo. Dopo il 31 dicembre, salvo proroghe, si tornerà al 36% e con limiti dimezzati. Questo vale anche se l’immobile non è la residenza principale.

Il bonus ristrutturazione si applica anche alla seconda casa ma solo per interventi precisi e se completati con le giuste modalità

La detrazione prevista dall’articolo 16-bis del TUIR non esclude affatto gli interventi su immobili non abitati stabilmente. La seconda casa, se classificata come residenziale, rientra tra le unità per cui è possibile ottenere il bonus ristrutturazione. Il dubbio nasce spesso per via della differenza tra prima e seconda abitazione, ma la norma parla chiaro: non c’è nessuna limitazione a riguardo.

calcoli detrazioni e bonus casa
Il bonus ristrutturazione si applica anche alla seconda casa ma solo per interventi precisi e se completati con le giuste modalità-mondoefinanza.it

Attenzione però: i lavori devono rientrare nelle categorie indicate dalla legge. Sono ammessi solo gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, e ristrutturazione edilizia, definiti dall’articolo 3 del D.P.R. 380/2001. Gli interventi di manutenzione ordinaria sono invece esclusi, salvo che si tratti di parti comuni in edifici condominiali.

Un caso pratico può aiutare a capire: se per rifare il bagno della seconda casa viene presentata una CILA, è molto probabile che si tratti di manutenzione straordinaria, e quindi l’intervento è agevolabile. Ma se la CILA descrive solo piccole riparazioni, senza modifica di impianti o strutture, si potrebbe rientrare nella manutenzione ordinaria, con conseguente esclusione della detrazione.

Per il 2025 resta valida la detrazione del 50% fino a 96.000 euro per unità immobiliare. Ma dal 1° gennaio 2026, salvo proroghe, si applicherà nuovamente il 36%, con tetto massimo di spesa pari a 48.000 euro. Chi ha intenzione di sfruttare la quota più alta deve quindi concludere i lavori e i pagamenti entro la fine dell’anno in corso.

Le regole per ottenere la detrazione tra documenti corretti bonifici parlanti e materiali acquistati direttamente dal proprietario

Accedere alla detrazione per ristrutturazione edilizia sulla seconda casa richiede il rispetto rigoroso di regole formali. Il pagamento deve essere effettuato tramite bonifico parlante, cioè con causale specifica, codice fiscale del contribuente e partita IVA dell’impresa beneficiaria. La fattura, poi, deve riportare il costo della manodopera separato, come previsto dal D.M. 41/1998.

Le spese ammesse includono sia la prestazione dell’impresa che i materiali acquistati direttamente dal contribuente. Piastrelle, sanitari, parquet e altri beni possono essere detratti se impiegati nei lavori e se acquistati con fattura e bonifico parlante. Non serve che siano forniti dall’impresa: è sufficiente dimostrare che fanno parte dell’intervento oggetto di bonus.

Un errore molto frequente è pensare che basti fare i lavori per avere diritto alla detrazione. In realtà, ogni passaggio deve essere documentato correttamente. Senza il rispetto delle modalità di pagamento, la detrazione può essere negata anche se l’intervento rientra nella tipologia prevista. Il bonus sulla seconda abitazione è quindi un’opportunità concreta, ma richiede attenzione su ogni dettaglio.

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