I bonus casa sono un notevole aiuto per le famiglie italiane e arriva una novità davvero interessante.
Innanzitutto, c’è da chiarire che il Bonus Prima Casa è un’agevolazione fiscale di grande rilievo in Italia ed è prevista dall’articolo 1 del decreto legislativo 131 del 1986 che stabilisce riduzioni sulle imposte di registro, ipotecarie e catastali quando si acquista l’abitazione principale di una famiglia o di un singolo. L’obiettivo di questa norma è facilitare l’acquisto di un immobile destinato a diventare la dimora e dunque non un investimento del cittadino.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 25761 del 2025, ha ampliato la portata di questo bonus in una maniera molto interessante, specialmente per le giovani coppie. Infatti, il Bonus Prima Casa è stato esteso anche agli immobili acquistati in corso di costruzione. Dunque, anche se la casa di cui si parla non è ancora ultimata al momento dell’atto d’acquisto, si può comunque usufruire ulteriormente del bonus.
La Suprema Corte ha chiarito che la condizione essenziale per sfruttare l’agevolazione è la destinazione finale dell’immobile ad abitazione principale, il tutto entro tre anni dalla registrazione dell’atto notarile.
La Corte ha fatto perno sulla ratio della norma, che è quella di favorire l’acquisto dell’abitazione principale, e ha stabilito che lo stato fisico dell’immobile al momento della compravendita ha un’importanza assai trascurabile. Dunque, quello che conta per la Suprema Corte è la finalità d’acquisto e non la situazione materiale. Ovviamente, discorso totalmente diverso sarebbe quello di chi acquista dall’impresa un immobile non ancora ultimato per affittarlo.
In questo caso, ovviamente, l’agevolazione non potrebbe esserci. Il termine massimo per adibire l’immobile a residenza della famiglia è di tre anni dalla registrazione dell’atto d’acquisto.
La decisione della Cassazione si applica anche ai contratti atipici come le permute o anche in quei contratti nei quali un terreno, ad esempio, viene ceduto in cambio di uno o più appartamenti da costruire. Questo sicuramente è un modo di rendere la norma più vicina alle esigenze multiformi dei cittadini. Nel 2025, il bonus ristrutturazione casa mantiene un’aliquota del 50% con tetto di spesa di 96.000 euro per la prima casa.
Dunque, questa interpretazione della Cassazione è un importante passo in avanti per i cittadini perché anche chi acquista immobili in costruzione, come spesso capita alle giovani coppie, potrà usufruire di questi vantaggi senza sentirsi escluso.
Dunque, per approfittarne, l’immobile non deve essere di lusso e, dunque, sono escluse le categorie catastali di particolare pregio. Insomma, si deve sempre salvaguardare la ratio della norma, cioè quello di semplificare la vita alla famiglia qualunque che desideri un tetto sopra la testa. Il bonus, poi, comunque spetta alle persone fisiche e dunque rimangono assolutamente escluse attività imprenditoriali e professionali.
E resta anche in pregiudicato il principio per il quale l’acquirente non deve possedere un’altra abitazione nel medesimo comune e neanche un’altra prima casa agevolata su tutto il territorio nazionale. Ricordiamo che la residenza va trasferita nel comune dove si trova l’immobile entro 18 mesi dall’acquisto o comunque si deve dichiarare all’interno dell’atto di acquisto.
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