Raddoppiare i risparmi con i BTP è possibile: i 3 vantaggi e i 4 rischi che nessuno ti dice

Molti risparmiatori si chiedono se sia davvero possibile raddoppiare il capitale investendo in BTP. L’idea di trasformare 10.000 € in oltre 20.000 € grazie agli interessi maturati attira l’attenzione, ma dietro questa prospettiva si nascondono tempi lunghi e diversi rischi da valutare. Per capire se conviene, bisogna analizzare durata, rendimenti e variabili economiche.

Investire in Buoni del Tesoro Pluriennali significa affidarsi a titoli di Stato considerati sicuri, emessi per finanziare il debito pubblico. Oggi i rendimenti offerti dai BTP sono tornati interessanti, dopo anni di tassi vicini allo zero, ma non esiste un guadagno immediato. Un esempio concreto aiuta a chiarire: con un BTP a lunga scadenza e cedola intorno al 3,5% annuo, investendo 10.000 € si può arrivare a incassare oltre 21.000 € dopo 27 anni, tra interessi e capitale rimborsato.

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Raddoppiare i risparmi con i BTP è possibile: i 3 vantaggi e i 4 rischi che nessuno ti dice – mondoefinanza.it

Tuttavia, ciò richiede pazienza, perché il raddoppio avviene in un orizzonte temporale che supera di gran lunga l’investimento medio dei piccoli risparmiatori. La tassazione agevolata al 12,5% rende i titoli di Stato competitivi rispetto ad altri strumenti finanziari, ma non elimina i possibili svantaggi. Bisogna quindi domandarsi se un vincolo così lungo sia compatibile con le proprie esigenze personali e familiari.

Quanto tempo serve per raddoppiare con i BTP

Il concetto di raddoppio deriva dal meccanismo della capitalizzazione nel tempo. Un BTP a 30 anni con cedola fissa intorno al 3,5% permette di trasformare 10.000 € in circa 21.000 €, includendo il rimborso finale del capitale e tutte le cedole intermedie. Il calcolo considera un rendimento lordo costante e l’assenza di reinvestimenti, quindi nella realtà la cifra potrebbe variare. Secondo le stime elaborate da analisti come Gianluigi Serafini (Grimaldi Alliance), i rendimenti medi dei titoli di Stato italiani, se mantenuti fino alla scadenza, consentono di ottenere ritorni stabili ma molto diluiti nel tempo.

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Quanto tempo serve per raddoppiare con i BTP – mondoefinanza.it

Va ricordato che le cedole vengono tassate al 12,5% e che l’inflazione riduce il potere d’acquisto del capitale restituito dopo decenni. Per questo i BTP Italia, legati all’inflazione nazionale, sono stati creati per offrire una maggiore protezione ai risparmiatori. Anche i BTP Futura, con premi fedeltà crescenti, mirano a premiare chi mantiene il titolo fino alla scadenza. L’orizzonte temporale resta però molto lungo: superare i 20 anni di attesa è necessario per vedere risultati consistenti.

I rischi da valutare prima dell’investimento

Nonostante la loro fama di strumenti sicuri, i BTP non sono privi di rischi. Il primo è quello legato all’andamento dei tassi di interesse: se la BCE dovesse alzare i tassi in futuro, il valore di mercato dei titoli già emessi potrebbe calare, penalizzando chi volesse rivendere prima della scadenza. Un altro rischio è quello legato all’inflazione: se i prezzi crescono più velocemente del rendimento fisso, il guadagno reale diminuisce sensibilmente. Inoltre, esiste il cosiddetto rischio Paese, ovvero la percezione dei mercati sul debito pubblico italiano: se peggiorasse, i nuovi BTP offrirebbero rendimenti più alti e quelli già acquistati perderebbero valore.

A questo si aggiunge un fattore pratico: la lunga durata degli investimenti. Vincolare capitale per 20 o 30 anni significa rinunciare a liquidità che potrebbe servire per altre esigenze o opportunità. Per queste ragioni, esperti come Gianmarco Bonacina (Banca Akros) sottolineano che i BTP sono adatti a chi cerca stabilità e un flusso di cedole regolari, ma devono essere inseriti in un portafoglio bilanciato, non come unica forma di investimento.

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