Quando si parla di successione, si pensa spesso ai beni lasciati in eredità. Ma raramente si riflette su quanto possa diventare complesso e rischioso il processo che segue. A partire dal 2025, compilare la dichiarazione di successione non sarà più una questione da delegare agli uffici pubblici. Il nuovo sistema è più veloce, certo, ma trasferisce la responsabilità su chi eredita. E se si sbaglia, le conseguenze possono manifestarsi anche anni dopo, quando ormai è troppo tardi per rimediare.
Fino al 2024, chi presentava una dichiarazione di successione doveva semplicemente attendere che l’Agenzia delle Entrate comunicasse l’importo dell’imposta da pagare. Ma con il Decreto Legislativo n. 139/2024, tutto cambia per le successioni aperte dal 1° gennaio 2025. Il nuovo meccanismo prevede che il calcolo dell’imposta venga effettuato in automatico, direttamente online, durante la compilazione del modello. Il sistema elabora i dati presenti nel quadro EF e restituisce un prospetto con le somme da versare, suddivise per ciascun erede.

Il processo sembra semplice, ma nasconde delle insidie. L’Agenzia non esegue più verifiche preventive: ogni errore, omissione o sottovalutazione di un bene porta a un calcolo sbagliato dell’imposta, e il fisco può intervenire anche a distanza di anni, con interessi e sanzioni che aumentano nel tempo.
Compilare la dichiarazione senza errori è ora una responsabilità personale che può pesare anche dopo molti anni
Il nuovo sistema lascia piena libertà (e responsabilità) a chi presenta la dichiarazione. Il calcolo viene fatto sulla base delle informazioni fornite, ma non viene controllato in tempo reale. Un immobile con una rendita catastale errata, un conto corrente non dichiarato, oppure una donazione non riportata possono generare uno scostamento significativo nel conteggio finale.

Quando l’Agenzia esegue un controllo, anche dopo tre o cinque anni, può richiedere la differenza di imposta non versata. E non si limita all’importo originario: applica interessi moratori e sanzioni che possono arrivare fino al 240% dell’imposta evasa. Anche se l’errore è stato commesso in buona fede, la responsabilità resta in capo al contribuente. In molti casi, solo il ravvedimento operoso può limitare i danni, ma funziona solo se si interviene prima della notifica di un accertamento.
Eredità semplici possono diventare complicate. Un caso emblematico è quello di un cittadino che, nel compilare la dichiarazione, ha dimenticato di inserire un vecchio deposito titoli di cui non era a conoscenza. Dopo quattro anni, l’Agenzia ha effettuato un riscontro incrociato con i dati bancari e ha emesso una cartella esattoriale da oltre 12.000 euro, comprensiva di sanzioni e interessi. Tutto per un errore commesso nella fase iniziale e mai corretto in tempo.
Anche con un sistema automatizzato il rischio di errore resta alto senza l’aiuto di un esperto
Il sistema telematico della dichiarazione guidata offre certamente maggiore velocità, ma non sostituisce la competenza. Non avverte se un valore è incoerente o se manca un bene. Non segnala se la franchigia non è applicata correttamente. Per questo motivo, anche con la nuova procedura, l’intervento di un professionista può fare la differenza tra una successione gestita in sicurezza e un rischio fiscale che si ripercuote nel tempo.
Il prospetto riepilogativo che viene generato a fine compilazione serve solo per facilitare il pagamento e non ha valore legale. Se tra gli eredi ci sono incomprensioni o discrepanze sui versamenti, quel documento non può essere utilizzato per risolverle. Ecco perché è importante che ogni passaggio venga condiviso con attenzione e che i calcoli vengano verificati prima dell’invio.
Non si tratta solo di tasse: un errore può anche compromettere l’equilibrio tra gli eredi, generando contenziosi legali o tensioni familiari. Quando il pagamento non è corretto, uno solo può ritrovarsi a pagare anche per gli altri, con l’obbligo poi di rivalersi per via civile. Una situazione che si sarebbe potuta evitare con una guida esperta sin dall’inizio.
Dal 2025, la liquidazione dell’imposta di successione cambia volto. Diventa più diretta, ma anche più esposta a errori. Comprendere questa trasformazione è essenziale per non ritrovarsi, anni dopo, a pagare il prezzo di una dichiarazione fatta con leggerezza. In un’epoca in cui tutto sembra più rapido, il vero vantaggio resta nella cura con cui si affrontano anche le procedure più digitali..