La questione che molti si pongono è in realtà densa di considerazioni interessanti che possono essere assai utili a una famiglia.
Dal punto di vista giuridico e patrimoniale c’è da tenere presente l’ISEE, la definizione del nucleo familiare, ecc. appunto. Il figlio maggiorenne che va a vivere nella seconda casa, sempre di proprietà della famiglia, e quindi vi trasferisce la residenza anagrafica, costituisce un nucleo familiare autonomo e questo lo fa uscire dall’ISEE dei genitori.

Escludere il figlio dall’ISEE della famiglia di origine può convenire qualora il figlio abbia un reddito e un patrimonio autonomi minori di quelli dei genitori, perché così avrebbe agevolazioni, per esempio le borse di studio universitarie e i benefici sociali, in una maniera autonoma.
Cosa cambia per Fisco ed Università
Vediamo le implicazioni fiscali e universitarie. Il trasferimento della residenza del figlio permette di usufruire di agevolazioni fiscali, principalmente di quelle sulla prima casa. Ciò si traduce in un’esenzione IMU sulla sua residenza principale, ma anche in detrazioni sul mutuo se il figlio dovesse acquistare la proprietà intestandola a sé.

Per quanto riguarda l’accesso alle borse di studio, ma anche alla mensa e ad altre agevolazioni universitarie, la costituzione di un nucleo familiare autonomo e quindi la nascita di un ISEE separato può risultare vantaggiosa se il figlio, come si diceva, ha patrimonio e redditi inferiori rispetto a quelli dei genitori. È anche importante verificare i criteri specifici delle regioni e delle università, perché i limiti patrimoniali e quelli ISEE variano da caso a caso.
Tuttavia, bisogna tenere presente che l’uscita del figlio dall’ISEE familiare non è automatica. È a sua cura trasferire la residenza anagrafica nella nuova abitazione con iscrizione anagrafica nel comune competente.
Come formalizzare e le alternative
Vediamo come formalizzare la separazione anagrafica e fiscale. La forma principale di formalizzazione è il cambio di residenza anagrafica. C’è bisogno dei documenti di identità, ma è bene verificare eventuali procedure particolari locali. Per quanto concerne il lato fiscale, il cambio di residenza del figlio fa sì che divenga autonomo nella dichiarazione dei redditi e nella propria Dichiarazione Sostitutiva Unica ai fini dell’ISEE.

Ma vi è anche da aggiornare la situazione catastale perché, in capo al figlio, potrebbero andare imposte come IMU o agevolazioni. Su un piano pratico, qualsiasi agevolazione che richieda ISEE o certificazione di reddito/patrimonio deve essere richiesta nuovamente.
Per uscire dall’ISEE della famiglia di origine, oltre al cambio di residenza, il figlio deve anche dimostrare di essere economicamente indipendente, e cioè avere un reddito proprio superiore ai minimi bassissimi previsti dalla legge attuale, ad esempio 4.000 euro annui se under 24.
Ma c’è anche la possibilità di uscire dal nucleo ISEE familiare senza cambiare la residenza e questo accade con la ristrutturazione dell’immobile di partenza che viene diviso catastalmente in due unità separate, ma è importante che abbiano ingressi e utenze distinte. Però, qui parliamo di un caso un po’ particolare che presuppone una casa familiare ampia e divisibile.