Un citofono rotto durante una malattia può sembrare un dettaglio banale ma per la Cassazione può trasformarsi in un problema molto serio Quando si è costretti a casa per malattia tutto cambia e anche una piccola disattenzione può diventare un motivo valido per perdere il lavoro. La visita fiscale INPS non è solo un controllo di routine ma un passaggio chiave che può influenzare il rapporto tra lavoratore e datore
Un controllo che non va a buon fine per motivi tecnici viene spesso interpretato come negligenza con conseguenze immediate sulla retribuzione. La giurisprudenza ha chiarito che è responsabilità del lavoratore assicurarsi che il medico dell’INPS possa accedere senza ostacoli di alcun tipo. La Corte di Cassazione ha stabilito regole molto chiare che oggi vanno conosciute per evitare di ritrovarsi in situazioni davvero spiacevoli.

Non si tratta solo di essere presenti in casa ma di creare tutte le condizioni per essere effettivamente reperibili. E quando queste condizioni non ci sono il rischio di sanzioni economiche o addirittura del licenziamento diventa reale e concreto È qui che entra in gioco la responsabilità personale e la necessità di adottare precauzioni spesso trascurate.
Una lezione che arriva direttamente dalle aule di giustizia e che impone una riflessione più profonda su come gestire correttamente la malattia.
Molti lavoratori credono che, una volta a casa per malattia, basti restare nel proprio domicilio per evitare problemi.
In realtà, la visita fiscale dell’INPS è regolata da orari precisi, e la reperibilità non significa solo “essere in casa”, ma anche essere raggiungibili. Se il medico si presenta e non riesce a farsi aprire o a ricevere risposta, l’assenza viene considerata ingiustificata.
Questo accade anche se il lavoratore si trovava davvero in casa ma non ha sentito il campanello o il citofono perché guasto.
La Cassazione, con la sentenza n. 9523 del 1993, ha definito il principio secondo cui il lavoratore ha l’onere di rendersi effettivamente reperibile. Il malfunzionamento di un sistema di chiamata, quindi, non rappresenta una scusante valida per giustificare l’assenza alla visita fiscale. Anche la mancata indicazione del nome sul citofono o un portone chiuso possono essere interpretati come ostacoli alla visita. A peggiorare la situazione c’è il fatto che il medico non è tenuto a riprovare o a cercare alternative: se non riesce a entrare, la visita fallisce. E in caso di visita fallita, il lavoratore rischia di perdere l’indennità economica per i giorni di malattia.
Nei casi più gravi, come chiarito nella sentenza n. 6618 del 2007, si può arrivare anche al licenziamento per giusta causa.
La Corte di Cassazione chiarisce che anche un dettaglio tecnico come il citofono rotto può compromettere il diritto alla malattia e portare al licenziamento
La sentenza n. 6618 ha rappresentato una svolta importante. La Corte ha stabilito che l’assenza alla visita fiscale, anche se dovuta a un citofono non funzionante, può essere ritenuta colpa del lavoratore. Questo perché la reperibilità è un obbligo contrattuale, non un’opzione. Secondo i giudici, chi è in malattia deve garantire non solo la propria presenza ma anche l’accessibilità.

Non basta dire di essere a casa se poi il medico non riesce a suonare o non riceve risposta. In queste situazioni, la responsabilità viene attribuita interamente al lavoratore. Un comportamento negligente viene valutato come lesivo del rapporto di fiducia col datore di lavoro. E nei contratti di lavoro subordinato, la fiducia è un elemento fondamentale: se viene meno, il licenziamento è giustificato. È proprio per questo che la legge e la giurisprudenza chiedono attenzione e prevenzione. Lasciare un cartello informativo, comunicare un numero di cellulare, tenere aperto il portone: sono tutte soluzioni semplici ma essenziali. Ignorare questi accorgimenti può costare caro, sia economicamente che professionalmente.
Le misure preventive che ogni lavoratore deve conoscere per evitare errori e i casi in cui l’assenza alla visita fiscale INPS è davvero giustificata
Chi è in malattia deve sempre verificare che il citofono funzioni e che il proprio nome sia ben visibile. In caso di guasto, è necessario agire subito: basta un cartello con un numero da chiamare o un’indicazione per accedere all’abitazione. Durante le fasce orarie stabilite, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, è importante restare vigili e pronti a rispondere. Se il medico non riesce a completare la visita, è possibile verificarlo sul portale INPS e inviare subito una giustificazione documentata. La comunicazione deve essere tempestiva e indirizzata sia all’INPS che al datore di lavoro. Ci sono comunque situazioni in cui l’assenza è giustificata per legge.
Tra queste: terapie salvavita, ricoveri ospedalieri, malattie gravi previste nel D.P.R. 834/1981, oppure invalidità superiori al 67 per cento.
In tutti gli altri casi, però, la responsabilità di garantire la reperibilità ricade interamente sul lavoratore. Una responsabilità che può sembrare eccessiva, ma che è stata confermata più volte in sede legale. Ecco perché prevenire resta la scelta più sicura per non perdere i propri diritti e la propria serenità durante la malattia.