Il mondo del lavoro nel settore sportivo è stato scosso negli ultimi anni da notevoli innovazioni.
Da quelle nate sull’emergenza del Covid alle ultime relative ai cococo. La circolare numero 127 del 2025, datata 22 settembre, fornisce un quadro organico per quanto concerne le misure previdenziali dei lavoratori sportivi. Questa circolare è interessante almeno per tre motivi.

Innanzitutto, spiega chiaramente l’impatto delle regole del cumulo delle prestazioni previdenziali, come possono essere l’APE, gli indennizzi dei lavoratori sportivi, ecc. Inoltre, fornisce informazioni aggiornate su come possono fare i lavoratori sportivi a gestire i loro diritti previdenziali, visto che parliamo di un ambito con regole molto particolari. Questa circolare può essere utile tanto per i lavoratori quanto per i CAF e gli operatori del settore.
Le particolarità di questo settore
È utile ricordare che per i lavoratori dello sport esiste il Fondo Pensione Lavoratori Sportivi. È focalizzato sugli sportivi professionisti, che sono iscritti obbligatoriamente tramite le federazioni, come quelli del ciclismo, del basket, ecc. Si tratta di uno strumento che permette l’accesso alla pensione anticipata con almeno vent’anni di contribuzione sportiva, alle famose 5200 giornate contributive. I requisiti anagrafici specifici sono di 54 anni nel 2025.

Ovviamente, sono condizioni che sarebbero da sogno per qualsiasi altro lavoratore, ma, come noto, la carriera dello sportivo soggiace a regole, anche fisiche, del tutto particolari. Il Fondo Pensione Lavoratori Sportivi prevede tutele per invalidità specifica e altre prestazioni collegate al settore sportivo.
Inoltre, esiste anche il regime contributivo per i cococo e collaboratori, al quale fa riferimento la circolare in parola. Infatti, per i lavoratori sportivi con contratto di questo tipo c’è la gestione separata INPS. Dal 2023 fino alla fine del 2027, i primi 5.000 euro annui di compenso sono totalmente esentati da contributi, mentre per la parte che resta si applica una riduzione del 50%.
Tanti vantaggi che danneggiano il montante contributivo
L’aliquota contributiva è circa il 25%, con due terzi della quota a carico del committente e dunque il lavoratore pagherà unicamente un terzo. Senza questo sistema particolarissimo per i lavoratori dello sport, le specificità della loro carriera, caratterizzata spesso da una estrema brevità, renderebbero del tutto impossibile il raggiungimento della pensione e renderebbero i costi dei contributi troppo gravosi per il singolo.
Tuttavia, questo meccanismo non è esente da criticità. Infatti, con l’esenzione per i primi 5 mila euro e il dimezzamento dei contributi fino al 2027, la contribuzione effettiva che il lavoratore versa è molto bassa e dunque il montante pensionistico finale sarà proporzionalmente davvero esiguo.