Studi recenti suggeriscono che l’attività del Sole è in aumento dal 2008, dopo il minimo profondo registrato quell’anno. Missioni NASA come ACE e Wind hanno osservato parametri in crescita, con implicazioni reali per meteo spaziale, satelliti e reti elettriche sulla Terra.
Negli ultimi decenni si era osservato un graduale declino dell’attività solare misurata con parametri come le macchie solari e il vento solare. Il 2008 viene considerato un punto di minimo particolarmente marcato, definito da alcuni come “minimo solare profondo”. Tuttavia nuove analisi della NASA indicano che da allora questi indicatori sono in crescita.

Linee di campo magnetico, plasma interplanetario e emissioni solari mostrano un’inversione di tendenza, suggerendo che il Sole non stia entrando in un lungo periodo di quiete, ma piuttosto stia avviando una fase più attiva. Questi cambiamenti catturano l’attenzione non solo degli astrofisici ma anche di chi studia gli effetti sulle comunicazioni satellitari, sul GPS, su missioni spaziali e infrastrutture tecnologiche vulnerabili. L’interesse è crescente anche in ambito climatico, perché variazioni a lungo termine dell’attività solare possono avere un impatto, seppur indiretto, sull’atmosfera terrestre.
Cosa dicono gli studi scientifici sull’attività solare
Fonti attendibili riportano che dal 2008 i parametri di attività solare hanno iniziato a risalire dopo un lungo declino. Lo dicono articoli relativi allo studio del vento solare e del campo magnetico interplanetario, ricavati da missioni come NASA–ACE e Wind. Queste misure mostrano valori crescenti di plasma e campo magnetico attivo, piani solari più complessi, maggiore frequenza di macchie solari e, in alcuni casi, CME (espulsioni di massa coronale) più intense.

Non tutti gli studi concordano completamente sull’entità del risveglio: alcune ricostruzioni dell’irradianza solare totale (TSI) suggeriscono che il cambiamento nel periodo post-2008 è marginale o entro l’incertezza statistica, come evidenziato in ricerche come “Modelling solar irradiance…” che analizzano dati tra il 1996 e il 2019. Altri lavori, invece, vedono segnali di un ciclo solare particolarmente vivace, con possibili picchi già nei prossimi anni.
Effetti potenziali e cosa può cambiare sulla Terra
Il risveglio dell’attività solare ha possibili ricadute pratiche: il meteo spaziale potrebbe intensificarsi con più tempeste geomagnetiche, episodi di blackout indotti da sovracorrenti nelle reti elettriche, interferenze nei segnali GPS e radio, e rischi per satelliti ed equipaggi nello spazio. Le missioni dedicate, come Imap, SWFO-L1 e altre osservazioni in corso, servono a monitorare in tempo reale il comportamento solare per prevedere e mitigare tali danni. Non è affatto sicuro che si raggiungano livelli estremi, ma la tendenza crescente richiede attenzione.
La scienza continua a esplorare le cause, che possono dipendere da dinamiche magnetiche secolari, cicli solari di 11 anni, variazioni del vento solare e del campo magnetico; tutti elementi che rimangono oggetto di studi e verifiche da parte di istituzioni come la NASA, gli osservatori solari e riviste peer-reviewed. È chiaro però che la conoscenza di questi fenomeni diventa sempre più rilevante in un mondo che dipende in modo critico da tecnologie sensibili alle perturbazioni elettromagnetiche.