Ho la legge 104 con comma 3 (grave disabilità) posso chiedere il congedo retribuito di 2 anni?

Due anni lontani dal lavoro, ma con lo stipendio garantito.Un diritto poco conosciuto che può cambiare la vita a chi assiste un familiare con grave disabilità.Dietro una semplice dicitura normativa – Legge 104 comma 3 – si nasconde un mondo di tutele concrete.Eppure, tra burocrazia e disinformazione, molti non sanno nemmeno di poterlo richiedere.È possibile prendersi cura dei propri cari senza rinunciare alla propria stabilità economica?La risposta sta in una legge che parla di fragilità, ma anche di dignità.Una norma che, se applicata correttamente, offre molto più di quanto si immagini.Nel quotidiano di chi si prende cura di una persona non autosufficiente, ogni ora conta.E il tempo, in questo caso, può diventare finalmente un diritto retribuito.Questo testo aiuta a capire come e quando la Legge 104 comma 3 apre le porte a due anni di respiro.

Quando si parla di grave disabilità, si entra in un terreno fatto di esigenze quotidiane, di necessità pratiche, ma anche di ostacoli normativi. L’articolo 3, comma 3, della Legge 104/92 riconosce uno stato di handicap in forma grave. Questo riconoscimento non è solo una definizione medica, ma una condizione che dà accesso a misure concrete, tra cui il congedo retribuito di due anni per il familiare che assiste.

disabile
Ho la legge 104 con comma 3 (grave disabilità) posso chiedere il congedo retribuito di 2 anni?-mondoefinanza.it

Ma non tutti sanno che questo congedo straordinario, previsto dall’art. 42 del D.lgs 151/2001, può essere richiesto solo da chi è lavoratore dipendente e assiste un parente in possesso della certificazione di handicap grave. Si tratta di un’indennità erogata dall’INPS, calcolata in base all’ultima retribuzione percepita, con un limite massimo aggiornato ogni anno.

Questo tempo non è un permesso ordinario, ma un diritto specifico che può essere richiesto per assistere il coniuge, un figlio, un genitore o un fratello, secondo una precisa gerarchia stabilita dalla legge. Esempio pratico: una figlia convivente con contratto a tempo indeterminato può chiedere il congedo per accudire la madre non autosufficiente, se certificata con Legge 104 comma 3.

Come funziona il congedo retribuito di due anni

Il congedo straordinario retribuito ha una durata massima complessiva di 24 mesi, da utilizzare anche in modo frazionato nel corso della carriera lavorativa. Durante questo periodo, il dipendente non perde il posto, riceve un’indennità e vede riconosciuti i contributi figurativi utili per la pensione. Tuttavia, non maturano ferie né tredicesima.

simbolo disabilità accarezzato da mani
Come funziona il congedo retribuito di due anni-mondoefinanza.it

Non tutti i lavoratori possono accedervi: sono esclusi i collaboratori domestici, i lavoratori autonomi e i parasubordinati. Per richiedere il congedo, è necessario inoltrare la domanda all’INPS tramite il portale online, allegando la documentazione sanitaria. La richiesta va presentata prima dell’inizio del congedo e non è retroattiva.

Attenzione anche alla compatibilità con altri benefici: durante il congedo non è possibile usufruire dei permessi retribuiti mensili previsti dalla stessa legge, ma è possibile alternare i due strumenti in momenti diversi. La legge riconosce che chi assiste un familiare con disabilità grave ha bisogno di tempo vero, continuativo, per affrontare una condizione che spesso richiede presenza costante.

Le altre agevolazioni previste per chi ha la Legge 104 comma 3

Oltre al congedo, chi ha il riconoscimento della Legge 104 art. 3 comma 3 ha diritto a una serie di agevolazioni fiscali e contributive. Tra le principali ci sono l’IVA agevolata al 4% sull’acquisto di auto e ausili tecnici, la detrazione IRPEF del 19% su determinate spese sanitarie e l’esenzione dal bollo auto se il veicolo è utilizzato per la mobilità del disabile.

Anche i sussidi informatici, come computer o software per la comunicazione, possono essere acquistati con IVA ridotta, se finalizzati a facilitare l’autonomia della persona con disabilità. Alcune agevolazioni si estendono anche ai familiari, a patto che il disabile risulti fiscalmente a loro carico.

Un altro vantaggio poco conosciuto è l’esenzione dall’imposta di trascrizione al PRA per i veicoli acquistati. Ciò si applica anche su auto usate, se entro i limiti di cilindrata previsti. Pensiamo a un padre che acquista un’auto elettrica per accompagnare il figlio disabile: può ottenere agevolazioni fiscali rilevanti, purché il figlio sia a carico.

Infine, rientrano tra le spese agevolabili anche letti ortopedici, materassi antidecubito, servoscala e altri ausili che rendono più accessibile l’ambiente domestico. La normativa, se applicata con consapevolezza, permette di alleggerire non solo il peso economico, ma anche quello pratico e psicologico dell’assistenza quotidiana.

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