Sempre più italiani decidono di vivere la pensione lontano dall’Italia, attratti da clima mite, costo della vita più basso e regimi fiscali favorevoli. Ma mentre cambiano abitudini e indirizzi, le regole da rispettare restano. L’INPS non perde di vista chi riceve la pensione dall’estero e, da metà settembre, ha riattivato una serie di controlli che non tutti conoscono.
Dietro a una semplice lettera o un modulo da firmare si nasconde un meccanismo che può cambiare tutto. Dimenticare una scadenza o ignorare una comunicazione potrebbe tradursi in uno stop improvviso ai pagamenti. Ecco perché in questi giorni c’è fermento tra le comunità italiane oltre confine. Chi è attento, si mette in regola. Chi prende la cosa sottogamba, rischia di pagare le conseguenze.

Una procedura apparentemente semplice che in realtà ha un obiettivo ben preciso: smascherare eventuali irregolarità e assicurare che ogni pensione venga erogata solo a chi ne ha diritto.
Da metà settembre fino al 30 settembre, è partita una nuova fase di accertamenti INPS rivolta ai pensionati italiani residenti all’estero. L’obiettivo è quello di confermare l’esistenza in vita dei beneficiari per evitare pagamenti non dovuti. Un controllo che interessa chi vive in Europa (ma non nei Paesi scandinavi e dell’Est), Africa e Oceania. La gestione operativa è affidata a Citibank, che si occupa della spedizione della documentazione da compilare.
I pensionati riceveranno un modulo personalizzato, tradotto nella lingua ufficiale del Paese in cui risiedono, con tutte le istruzioni per dimostrare che sono ancora in vita. Il termine per inviare la documentazione è fissato al 15 gennaio 2026. La mancata risposta entro questa scadenza comporta conseguenze: la rata di febbraio potrà essere riscossa solo di persona presso un’agenzia Western Union del Paese di residenza. Se nemmeno questo avviene entro il 19 febbraio, la pensione verrà sospesa a partire dalla mensilità di marzo.
Come funziona la verifica dell’esistenza in vita
I metodi per adempiere alla verifica sono tre. Il primo è inviare per posta il modulo firmato e la copia di un documento d’identità alla casella indicata da Citibank nel Regno Unito. Il secondo è l’utilizzo del portale web di Citibank, disponibile solo per residenti in Canada, Australia, Stati Uniti e Regno Unito. Il terzo, più drastico, è recarsi di persona presso gli sportelli Western Union.

Questo tipo di controllo, sebbene possa sembrare eccessivo, risponde a una necessità concreta: evitare che l’INPS continui a pagare pensioni a persone decedute. È successo in passato e ha generato perdite importanti per le casse pubbliche. Un esempio pratico riguarda un pensionato residente in Tunisia che, dimenticando di rispondere alla richiesta, si è trovato a dover affrontare una sospensione dell’assegno mensile. Una dimenticanza che ha avuto ripercussioni dirette sul suo bilancio familiare.
Una comunità che cresce e regole che cambiano
Secondo i dati ufficiali, nel 2024 erano oltre 228.000 i pensionati italiani all’estero. Le mete più gettonate restano Spagna, Portogallo e Svizzera, ma crescono anche destinazioni come Albania e Tunisia. Le ragioni vanno dalla fiscalità agevolata a una migliore qualità della vita.
Ma anche lontano dall’Italia, restare in regola è fondamentale. Gli accertamenti INPS rientrano in una più ampia strategia di trasparenza e correttezza. Non si tratta solo di burocrazia, ma di un sistema che cerca equilibrio tra diritti individuali e sostenibilità pubblica. In questo contesto, è importante che chi vive fuori dai confini nazionali mantenga sempre alta l’attenzione sulle comunicazioni ricevute dall’INPS.
Questo meccanismo, se ignorato, rischia di generare disagi seri. Basta una firma mancata o un modulo smarrito per trasformare una pensione sicura in un problema difficile da gestire. Non è un semplice foglio di carta, ma una chiave che garantisce continuità e serenità.