Nuova rottamazione dell’Agenzia delle Entrate con sorpresa: stretta sui recidivi e non solo

Non è una rottamazione come le altre. Le regole stanno cambiando e chi in passato ha approfittato più volte delle sanatorie potrebbe restare fuori. Milioni di italiani attendono risposte, ma la nuova strategia dell’Agenzia delle Entrate promette di essere più rigida del previsto.

Una scelta che punta al risparmio, ma rischia di colpire proprio chi è in maggiore difficoltà economica. Mentre il Governo valuta il da farsi, emergono dati impressionanti sul magazzino dei debiti fiscali. Una mossa pensata per rendere più efficiente il sistema di riscossione, ma che solleva dubbi sul piano sociale. Non tutti avranno accesso al nuovo piano, e questa volta il passato peserà più che mai. Tra pensionati, lavoratori dipendenti e partite IVA, la platea interessata è enorme.
Una mossa destinata a far discutere, con una sorpresa che potrebbe cambiare per sempre il volto delle sanatorie fiscali in Italia.

persona che legge documenti sulla rottamazione
Nuova rottamazione dell’Agenzia delle Entrate con sorpresa: stretta sui recidivi e non solo-mondoefinanza.it

C’è fermento intorno alla nuova ipotesi di rottamazione delle cartelle esattoriali. Non è solo l’attesa a crescere, ma anche la preoccupazione.
Secondo il MEF, la misura non sarà più indistinta come in passato: si valuta di introdurre un filtro severo che potrebbe escludere chi ha già beneficiato di più sanatorie senza rispettare i pagamenti.
Una stretta che tocca il cuore di una questione annosa: da anni le rottamazioni promettono sollievo, ma il tasso di chi decade dai piani rateali è altissimo.
I dati parlano chiaro: circa il 60% dei beneficiari non riesce a completare i versamenti.
E il 77% dei debitori ha avuto almeno una cartella nei tre anni precedenti. Numeri che raccontano di una recidiva strutturale.
Questa volta, però, il Governo sembra intenzionato a non ripetere gli errori del passato, puntando su chi ha maggiori probabilità di rientrare davvero nei debiti.

Chi rischia di restare fuori: la stretta sui recidivi

Il cuore della questione è tutto qui: nella volontà di escludere dalla nuova rottamazione i contribuenti considerati recidivi.
Secondo la relazione della Commissione tecnica, chi riceve più volte cartelle in pochi anni dimostra una scarsa affidabilità nei confronti del fisco. Per questo motivo si pensa di tagliare fuori proprio questa categoria, per evitare che le risorse pubbliche vengano impiegate inutilmente.

calcoli tasse
Chi rischia di restare fuori: la stretta sui recidivi-mondoefinanza.it

Ma chi sono questi recidivi? In larga parte lavoratori dipendenti e pensionati, oltre 15 milioni di persone, con debiti medi intorno ai 19 mila euro. Seguono autonomi e imprese, che spesso accumulano cifre anche superiori ai 50 o 200 mila euro.
Una platea ampia e trasversale, che rappresenta oltre il 30% della popolazione italiana adulta.
Escluderli significherebbe lasciare senza possibilità di rientro proprio chi è più fragile.
Molti di loro non sono evasori incalliti, ma cittadini che faticano a reggere il peso di un sistema fiscale rigido, fatto di scadenze, sanzioni e interessi. Eppure, secondo l’Agenzia delle Entrate, è necessario distinguere tra chi ha intenzione e possibilità di pagare e chi, sistematicamente, non lo fa. Una differenza che sembra logica, ma che rischia di non tenere conto delle vere cause dell’insolvenza.

Un sistema da ripensare tra inefficienze e debiti irrecuperabili

Parallelamente alla stretta sui recidivi, emerge un altro problema: l’inefficienza cronica del sistema di riscossione. Dal 2000 ad oggi, l’Agenzia delle Entrate ha trattato allo stesso modo debiti da pochi euro e somme milionarie.
Un quarto delle cartelle riguarda importi inferiori ai 100 euro, spesso irrecuperabili e antieconomici da gestire. Il costo della riscossione, in molti casi, supera il valore del credito stesso. Inoltre, i dati sui pignoramenti immobiliari sono incredibilmente bassi: appena 81 in un anno. Questo dimostra come il sistema sia ingessato, lento e spesso inefficace, soprattutto nei confronti dei contribuenti strutturalmente insolventi.
Introdurre una nuova rottamazione senza intervenire sulle regole di fondo rischia di non portare risultati concreti.
La sensazione diffusa è che si continui a rincorrere il problema senza mai affrontarlo alla radice. Servirebbe una riforma vera, che differenzi i debitori cronici da quelli temporaneamente in difficoltà. Solo così si eviterebbe di colpire indiscriminatamente chi oggi non riesce a pagare ma domani potrebbe rientrare.
La vera domanda, allora, è se una misura così selettiva possa davvero aiutare il sistema o se non rischi, invece, di aumentare il divario tra fisco e cittadini.

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