Quanto può sapere davvero lo Stato sul conto corrente di un cittadino? E se potesse accedere anche alle sue fatture prima ancora che vengano pagate? Una nuova proposta normativa promette di riscrivere completamente le regole del gioco. Tra saldi bancari visibili in tempo reale e notifiche digitali fulminee, il pignoramento potrebbe diventare questione di minuti. E la privacy? Resta solo un’illusione o sta per essere rinegoziata? Quello che si sta profilando è un cambiamento che non ha precedenti nel rapporto tra contribuente e fisco. Ecco cosa sta succedendo davvero.
Negli ultimi mesi, alcune proposte avanzate dalla Commissione tecnica per la gestione dell’arretrato fiscale stanno facendo discutere. Le idee al vaglio mirano a rendere la riscossione molto più rapida ed efficiente. La direzione è chiara: permettere all’Agenzia delle Entrate Riscossione di intervenire solo quando ci sono reali possibilità di incasso, evitando sprechi e inutili tentativi.

Per farlo, il Fisco punta a una maggiore trasparenza sui conti bancari dei contribuenti e a un utilizzo più strategico dei dati contenuti nelle fatture elettroniche.
Il cambiamento sarebbe radicale. Da un lato, la possibilità per l’agente della riscossione di consultare i saldi dei conti correnti. Dall’altro, l’accesso alle informazioni relative ai crediti emessi attraverso la fatturazione elettronica. Due strumenti che, se usati insieme, permetterebbero un recupero crediti chirurgico. Ma le conseguenze non si fermano all’efficienza: questo nuovo approccio impone anche una riflessione seria sul confine tra controllo fiscale e diritto alla riservatezza.
Conti correnti trasparenti: addio pignoramenti alla cieca
Ad oggi, l’Agenzia delle Entrate può sapere se esiste un conto intestato a un contribuente, ma non quanto denaro contiene. Questo comporta pignoramenti a vuoto, spesso inefficaci. La proposta della Commissione è di autorizzare l’accesso anche ai saldi aggiornati, permettendo interventi mirati solo dove il recupero è realmente possibile.

Facciamo un esempio concreto: se una persona ha un debito fiscale di 5.000 euro e su uno dei suoi conti sono presenti 7.000 euro, l’azione esecutiva potrebbe essere immediata, con il blocco delle somme necessarie. Una procedura diretta, che risparmierebbe tempo sia al fisco che al contribuente. Oggi, invece, lo Stato rischia di avviare pignoramenti su conti senza fondi, con costi inutili.
La stessa logica porta a rivedere altri aspetti, come l’eliminazione dell’obbligo di inviare un nuovo avviso se è passato più di un anno dalla cartella. Una semplificazione che renderebbe più fluida l’azione esecutiva, anche grazie alla digitalizzazione delle notifiche tramite PEC o piattaforme come SEND. Tuttavia, ridurre le garanzie può comportare uno squilibrio nel rapporto tra cittadino e amministrazione, ed è proprio questo l’aspetto più delicato.
Fatture elettroniche: una mappa dei crediti per il fisco
L’altro fronte riguarda le informazioni contenute nelle fatture elettroniche. Questi documenti, finora usati per il monitoraggio fiscale, potrebbero diventare la base per pignoramenti presso terzi. In pratica, se un professionista ha emesso una fattura da incassare, l’agente della riscossione potrebbe intervenire prima che il cliente paghi, ordinandogli di versare la somma direttamente all’Erario.
Questo meccanismo, già previsto in teoria, diventerebbe molto più efficace se alimentato da dati aggiornati e accessibili in tempo reale. Si eviterebbero così gli errori di valutazione e si concentrerebbero le risorse sui crediti con maggiore probabilità di successo. Il vero nodo è garantire che tutto avvenga nel rispetto della trasparenza e con un controllo rigoroso sull’uso delle informazioni.
In fondo, si tratta di scegliere tra due modelli: un sistema fiscale che rincorre debitori spesso nullatenenti, oppure uno che colpisce con precisione chi ha la disponibilità economica per pagare. Ma questa precisione, se non regolata con attenzione, rischia di trasformarsi in un’intrusione senza precedenti nella sfera privata. Il confine tra efficienza e diritto alla riservatezza si fa sempre più sottile.