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Rendimento lordo dei migliori BTP in Italia a metà settembre 2025 per le scadenze da 3 a 20 anni

Cosa spinge sempre più italiani a riconsiderare i propri investimenti a metà settembre 2025? Quali numeri stanno attirando l’attenzione degli analisti finanziari? In un momento storico in cui l’inflazione resta sotto osservazione e i mercati oscillano tra attese e incertezze, ci sono strumenti che continuano a garantire certezze. E no, non si parla di conti deposito o libretti postali. Quando si parla di rendimenti lordi e orizzonti temporali, la risposta potrebbe arrivare proprio dal cuore del debito pubblico italiano.

Uno strumento forse un po’ sottovalutato, ma sempre attuale, riesce a raccontare molto più della sua apparenza. Il segreto sta nella durata, nei numeri e nella fiducia. Un titolo di Stato che accompagna da decenni le scelte dei piccoli e grandi risparmiatori. E oggi, quei numeri dicono qualcosa di importante. Ma cosa esattamente? Le scadenze da 3 a 20 anni offrono più di quanto si immagini, e il loro andamento sta parlando chiaramente agli occhi più attenti.

Rendimento lordo dei migliori BTP in Italia a metà settembre 2025 per le scadenze da 3 a 20 anni-mondoefinanza.it

Qualcosa è cambiato nei rendimenti lordi dei migliori BTP in Italia a metà settembre 2025. E forse, non solo nei numeri.

Mentre l’attenzione resta concentrata su asset volatili e speculativi, c’è una fetta del mercato che continua a offrire stabilità: i Buoni del Tesoro Poliennali. Lo fanno con numeri semplici, chiari e prevedibili. In un contesto dove la parola d’ordine è prudenza, i rendimenti lordi dei migliori BTP in Italia a metà settembre 2025 raccontano una tendenza interessante per chi guarda al medio-lungo termine. Le scelte, però, non vanno fatte sulla base dei numeri a colpo d’occhio, ma con una strategia ben precisa, calibrata sulle proprie aspettative e orizzonti temporali.

Durata e rendimento: cosa dicono davvero i numeri di settembre 2025

Un BTP a 3 anni rende intorno al 2,36%. È la soglia di partenza di una curva che si muove in salita: il 5 anni tocca il 2,79%, il 10 anni arriva al 3,51%. Chi guarda più lontano trova un 3,96% per la scadenza a 15 anni, fino al 4,11% per il 20 anni. Non sono semplici percentuali: indicano la fiducia del mercato verso lo Stato italiano e, allo stesso tempo, la richiesta di premio per il tempo e il rischio.

Durata e rendimento: cosa dicono davvero i numeri di settembre 2025-mondoefinanza.it

I rendimenti sono lordi, cioè non tengono conto del prelievo fiscale del 12,5%. Ma anche netti, restano competitivi rispetto ad altri strumenti a basso rischio. È il motivo per cui i BTP restano una colonna portante nei portafogli orientati alla stabilità.

La differenza tra scadenze brevi e lunghe è più di una questione di numeri. Un BTP a 20 anni, per esempio, garantisce un rendimento maggiore ma impone di bloccare il capitale più a lungo, con tutti i rischi legati a inflazione e oscillazioni di mercato. Sul secondario, il valore di questi titoli può variare: chi compra oggi un titolo a tasso alto potrebbe domani trovarsi con un capitale rivalutato, se i tassi scendono.

Valutazioni concrete prima di scegliere un BTP

Investire in BTP oggi significa scegliere tra sicurezza e flessibilità. Le scadenze più corte offrono minore rendimento ma espongono a meno rischi. Quelle lunghe, invece, premiano la pazienza, ma possono subire più scossoni lungo la strada. La scelta ideale dipende da quanto si è disposti a vincolare il proprio denaro.

Un vantaggio dei BTP italiani è il trattamento fiscale agevolato: tassazione al 12,5% e nessuna imposta di successione. Sono anche utilizzabili come garanzia in alcune operazioni bancarie o amministrative, ampliandone l’utilità.

Chi valuta un BTP a 10, 15 o 20 anni dovrebbe farlo solo se è disposto a tenerlo fino a scadenza. Diversamente, il rischio è di dover vendere a un prezzo inferiore al valore nominale. Ma se la scelta è coerente con le proprie esigenze, questi titoli possono rappresentare una certezza in un panorama finanziario dominato da incertezza.

Il contesto attuale, segnato da inflazione in calo e tassi stabili, rende questi strumenti particolarmente interessanti. Ma quanto durerà questa fase? E quale sarà il ruolo dei BTP nel futuro prossimo?

Gerardo Marciano

Laureato in Giurisprudenza con indirizzo economico, ha ricevuto un Premio Internazionale alla Carriera conferito dal Senato Accademico della Facoltà di Scienze Aziendali e Sociali di ISFOA. Collabora e scrive articoli su tematiche finanziarie per numerose riviste nazionali e internazionali. È autore e coautore di oltre 40 eBook dedicati alla storia dei mercati e all’analisi statistica delle loro serie storiche. Negli anni ha partecipato, in qualità di esperto di storia dei mercati e statistica, ai principali eventi nazionali nel settore del trading e degli investimenti. È stato ospite di canali televisivi come Class CNBC, Le Fonti TV, Finanza Now, Money TV, e le sue opinioni sono state riprese da testate nazionali e internazionali, tra cui Avvenire, Il Sole 24 Ore, Alliance News e MF Dow Jones. Ha inoltre partecipato a trasmissioni radiofoniche in Italia e all’estero. È stato Amministratore Delegato e proprietario di Proiezionidiborsa.it fino al novembre 2023, un sito che, secondo i dati di Alexa, per diversi mesi è stato tra i primi posti nella classifica dei siti italiani più letti.

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