Un semplice ordine online che si trasforma in un caso legale. Una sanzione che supera di quindici volte il valore della spesa. Una maglietta per bambini e alcuni fermagli finiscono al centro di una procedura doganale. Il protagonista? Un cittadino romano, ignaro di aver acquistato merce ritenuta contraffatta. Il Codacons interviene, denunciando un sistema che rischia di colpire migliaia di acquirenti inconsapevoli. Una vicenda reale, in cui ogni dettaglio lascia a bocca aperta.
Un acquisto come tanti, una piattaforma sempre più utilizzata, un pacco dalla Cina che non arriva mai a destinazione. Potrebbe sembrare la solita storia di ritardi o smarrimenti, ma in questo caso il finale è molto diverso. La vicenda di A.G., residente a Roma, comincia con una spesa modesta: 42 euro e poco più per oggetti quotidiani, acquistati su Temu.

Nulla che faccia pensare a rischi o problemi legali. Ma qualche settimana dopo, arriva la notifica di una sanzione: 618 euro. Un valore sorprendente, che ha portato l’uomo a rivolgersi al Codacons. Da quel momento, la vicenda si complica. Ed è solo la punta di un iceberg ben più ampio.
Una maglietta sospetta e la macchina burocratica che si attiva
Il cuore del problema ruota attorno a due articoli in particolare: una maglietta ispirata al film Monsters & Co e una confezione di fermagli per capelli con personaggi simili a quelli di Inside Out. A seguito dei controlli effettuati dall’Agenzia delle Dogane, il pacco viene fermato. I funzionari ritengono necessario verificare la regolarità della merce, sospettando una violazione dei diritti di proprietà intellettuale. Per questo viene coinvolto lo studio legale che rappresenta Disney in Italia, la Spheriens. La perizia non lascia spazio a dubbi: si tratta di prodotti contraffatti.

Da qui parte l’applicazione delle sanzioni previste dal decreto 35/2005, che prevede multe da 300 a 7.000 euro per chi importa beni che violano diritti d’autore o marchi registrati. Nessuna distinzione tra chi compra per rivendere e chi acquista per uso personale. La legge, infatti, considera responsabile anche il singolo cittadino, come se fosse un importatore. E proprio questa è la questione più delicata. Il consumatore non ha strumenti per verificare in anticipo se un prodotto sia o meno contraffatto. Tuttavia, può essere multato lo stesso.
Il Codacons accende i riflettori: migliaia i consumatori a rischio
Il Codacons definisce la vicenda un caso emblematico e denuncia l’assenza di una reale tutela per chi acquista online. La normativa vigente non tiene conto dell’evoluzione del commercio digitale, né della buona fede dell’acquirente. Il cittadino si trova esposto a rischi legali e sanzioni sproporzionate, senza alcuna possibilità di verifica preventiva. Le piattaforme di e-commerce, come Temu, non forniscono garanzie specifiche sulla legalità dei prodotti dal punto di vista della proprietà intellettuale.
Ecco perché questa storia non riguarda solo A.G., ma potenzialmente milioni di persone che acquistano merce da Paesi extra-UE. I prodotti che sembrano innocui, se legati a marchi noti, possono rappresentare un problema serio. Il Codacons sta fornendo assistenza legale e valuta azioni concrete per fare chiarezza. Il rischio, altrimenti, è che ogni utente della rete venga trattato come un importatore professionale, anche quando acquista semplicemente articoli per la casa o abbigliamento per bambini. Resta da capire se il legislatore interverrà per distinguere davvero tra criminalità organizzata e consumo domestico. E se davvero sarà possibile fare acquisti online senza timore di essere puniti per qualcosa che non si poteva prevedere.