ISEE solo per alcuni, il Governo studia come modificare i criteri per elargire i bonus a tutti

Chi riceve sempre gli stessi bonus? E chi, invece, resta fuori da ogni aiuto? L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, meglio noto come ISEE, è finito al centro del dibattito politico. Matteo Salvini chiede un cambio di rotta: secondo lui, le agevolazioni finiscono troppo spesso nelle mani degli stessi beneficiari. In vista della prossima Manovra, il Governo sta valutando come riscrivere le regole. Una modifica che potrebbe ridisegnare l’accesso ai bonus pubblici, cambiando la vita quotidiana di milioni di famiglie.

L’ISEE è una sigla che ormai tutti conoscono, ma pochi riescono a interpretarla davvero. Nelle intenzioni, dovrebbe misurare in modo realistico la condizione economica di un nucleo familiare. Eppure, il risultato a volte sembra distante dalla realtà. Il dibattito si fa sempre più acceso: da un lato chi chiede più equità, dall’altro chi teme che una riforma possa penalizzare proprio chi oggi beneficia di questi strumenti.

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ISEE solo per alcuni, il Governo studia come modificare i criteri per elargire i bonus a tutti-mondoefinanza.it

Le recenti parole di Salvini, affiancate dalla prudenza del ministro Giorgetti, mostrano una tensione crescente dentro la maggioranza. E mentre il Paese guarda ai prossimi mesi con incertezza, la questione ISEE torna a occupare il centro della scena.

ISEE, tra buone intenzioni e risultati discutibili

L’ISEE è il parametro che regola l’accesso a una lunga serie di aiuti: dal bonus asilo nido al reddito di cittadinanza, dalle borse di studio fino agli sconti sulle bollette. Si calcola sulla base della Dichiarazione Sostitutiva Unica e tiene conto di redditi, patrimoni mobiliari e immobiliari, oltre che della composizione del nucleo familiare. Ma è davvero efficace nel raccontare la condizione economica di una famiglia?

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ISEE, tra buone intenzioni e risultati discutibili-mondoefinanza.it

Prendiamo due esempi. Una famiglia con casa di proprietà e pensioni modeste può risultare benestante secondo l’indicatore, pur faticando ad arrivare a fine mese. Un’altra, con redditi più alti ma senza immobili né risparmi, può beneficiare di molti bonus. Questo paradosso ha acceso il dibattito politico. Per Salvini, il sistema attuale è da rivedere, perché penalizza chi, pur vivendo con poco, viene considerato “ricco” solo perché possiede un immobile.

Un primo segnale di cambiamento è già arrivato: da aprile 2025, fino a 50.000 euro in buoni postali, titoli di Stato e libretti postali sono esclusi dal calcolo ISEE. Un passo che ha favorito i risparmiatori, ma che secondo molti non basta a correggere le storture del sistema.

Bonus e Irpef, la Manovra cambia volto

Oltre all’ISEE, il Governo sta mettendo mano anche all’Irpef. Il ministro Giorgetti parla di un equilibrio delicato tra esigenze interne e impegni internazionali. Ma l’obiettivo resta quello di alleggerire la pressione fiscale, soprattutto sui redditi medio-bassi. E qui il discorso si intreccia con l’accesso ai bonus: se cambiano le soglie ISEE, cambiano anche i beneficiari.

Una modifica potrebbe includere nuovi parametri legati alle spese fisse, come l’affitto o i costi sanitari. Così, una famiglia con un solo reddito e figli piccoli potrebbe ottenere agevolazioni oggi negate. Al contrario, chi finora rientrava nelle soglie grazie a un basso patrimonio, rischia di restare escluso.

Il tema divide anche all’interno della maggioranza. Salvini spinge per una redistribuzione più equa, mentre Giorgetti invita alla cautela. In ogni caso, il punto è chiaro: l’ISEE così com’è non basta più. Serve un indicatore che fotografi davvero la complessità delle famiglie italiane, senza premiare sempre gli stessi.

La riforma dell’ISEE non è solo un fatto tecnico, ma una questione di giustizia sociale. Chi merita davvero un aiuto pubblico? E come si stabilisce il “bisogno”, in un Paese dove le condizioni di vita cambiano di regione in regione, di città in città?

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