Addio Rottamazione quater: nel 2026 debutta la nuova pace fiscale con maxi sanatoria e cancella i debiti degli italiani

Cosa accadrebbe se il fisco decidesse di stracciare una buona fetta dei debiti degli italiani? E se questa scelta avesse anche un obiettivo politico più ampio? C’è qualcosa che bolle nel calderone della prossima Legge di Bilancio 2026, e non si tratta solo di tagli e risparmi. Un’idea che ha il sapore della resa dei conti, ma anche quello di una nuova possibilità per chi si trova impantanato nelle pendenze con l’Agenzia delle Entrate.

Non è la solita promessa, né il solito condono mascherato. Una nuova pace fiscale si profila all’orizzonte, con una maxi sanatoria che potrebbe riscrivere le regole del gioco. Il punto non è solo recuperare soldi, ma anche sistemare i conti pubblici e alleggerire un sistema ormai saturo di cartelle e debiti mai riscossi. Addio Rottamazione quater, insomma: si cambia musica. Ma a quale prezzo? E chi ne beneficerebbe davvero?

dadi con scritta DEBT (debiti) e mano che gioca con i dadi
Addio Rottamazione quater: nel 2026 debutta la nuova pace fiscale con maxi sanatoria e cancella i debiti degli italiani-mondoefinanza.it

Quando si parla di tasse, il dibattito si fa sempre acceso. Ma quando lo Stato stesso riconosce che una grossa fetta dei crediti iscritti a ruolo non potrà mai essere incassata, allora il discorso cambia. Ecco perché nel cantiere della manovra 2026 prende forma un’ipotesi che promette di rivoluzionare il rapporto tra fisco e contribuenti. Una nuova pace fiscale, pensata per alleggerire il carico di milioni di italiani e per sostenere il grande obiettivo politico del taglio dell’Irpef. L’idea è ambiziosa, ma parte da un dato ormai incontrovertibile: continuare a inseguire somme irrecuperabili ha un costo altissimo per tutti.

Un magazzino crediti fuori controllo e la necessità di voltare pagina

A fine gennaio, secondo i dati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate, il magazzino della riscossione ha superato i 1.280 miliardi di euro. Una cifra spaventosa, composta da milioni di cartelle che nella maggior parte dei casi non verranno mai saldate. Si tratta infatti di debiti legati a soggetti falliti, deceduti, nullatenenti o irreperibili. Circa l’85% di questi crediti è considerato non riscuotibile.

persona preoccupata per i debiti mentre consulta il pc e legge documenti
Un magazzino crediti fuori controllo e la necessità di voltare pagina-mondoefinanza.it

Le passate edizioni della rottamazione, inclusa la Rottamazione quater, hanno prodotto incassi inferiori alle attese. Il buco complessivo stimato si aggira attorno ai 48 miliardi di euro. L’effetto pratico? Una macchina della riscossione rallentata e cittadini che restano incastrati in situazioni senza via d’uscita. La nuova proposta non mira a un semplice sconto su sanzioni e interessi, ma potrebbe introdurre la cancellazione diretta dei debiti più vecchi o giudicati irrecuperabili. Una misura che servirebbe a liberare risorse e riportare fiducia nel sistema.

Taglio dell’Irpef e sanatoria: un’alleanza strategica

Al cuore della manovra 2026 c’è l’obiettivo di ridurre la seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% e di estendere lo scaglione fino a 60mila euro. Ma per realizzare questo intervento servono fondi immediati. Ed è qui che la nuova pace fiscale diventa la leva per finanziare la riforma. Permettere ai cittadini di saldare i debiti a condizioni vantaggiose, purché in tempi stretti, consentirebbe allo Stato di incassare una quota altrimenti destinata a rimanere sulla carta.

Questa soluzione offre vantaggi pratici: liquidità per le casse pubbliche e la possibilità, per molti, di chiudere definitivamente contenziosi aperti da anni. Ma non mancano le criticità. Il rischio principale è quello di trasmettere un messaggio sbagliato: che pagare le tasse puntualmente non convenga, tanto prima o poi arriva un condono. Una prospettiva che può minare la fiducia nel sistema fiscale, soprattutto tra i contribuenti onesti.

Una pace fiscale, per essere davvero efficace, dovrebbe rappresentare l’eccezione e non la regola. Il vero banco di prova sarà capire se questa nuova misura sarà accompagnata da un ripensamento strutturale del meccanismo di riscossione. Solo così si potrà evitare che, fra qualche anno, si torni a parlare di un’altra sanatoria.

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