Un’Europa che cambia pelle senza fare troppo rumore. Da un lato la Francia, alle prese con una crisi istituzionale che mina la stabilità politica. Dall’altro, i mercati finanziari del Sud Europa che sorprendono per forza e vitalità. Mentre a Parigi si rincorrono i governi, a Milano e Atene gli investitori tornano con fiducia. Una contraddizione solo apparente, che racconta molto più di una semplice oscillazione economica.
C’è un contrasto evidente tra i palazzi del potere e l’andamento dei mercati. Mentre la Francia si barcamena tra mozioni di sfiducia e proteste in piazza, le economie mediterranee registrano risultati superiori alle aspettative. Non è solo un’inversione di tendenza, ma un vero e proprio cambio di paradigma che spinge a riconsiderare vecchie certezze.

In questa fase di turbolenza, la politica francese vive momenti di forte instabilità. Allo stesso tempo, titoli italiani e spagnoli attirano capitali esteri e registrano performance che superano quelle delle borse del Nord Europa. Il dato più sorprendente? Questa crescita arriva da Paesi un tempo considerati fragili, ma oggi sostenuti da riforme strutturali e fondi europei.
Il caos politico francese scuote la leadership europea
Con la nomina di Sébastien Lecornu a nuovo primo ministro, Emmanuel Macron prova a rilanciare un governo già in difficoltà. Lecornu, 39 anni, prende il posto di François Bayrou, silurato da una mozione di sfiducia dopo l’annuncio di nuove misure di austerità. Non si tratta solo di una sostituzione: il nuovo premier dovrà affrontare un Parlamento frammentato e contenere un deficit pubblico salito al 5,8% del PIL.

Nel frattempo, il movimento “Blocca tutto” riporta in piazza lo stesso spirito di protesta dei gilet gialli. L’instabilità non si limita al livello istituzionale: il malcontento sociale si fa sentire, alimentato da un clima di sfiducia diffusa. In questo contesto, i mercati reagiscono con cautela e gli investitori iniziano a guardare altrove.
Il rischio politico pesa più che mai. Le riforme annunciate si scontrano con una realtà difficile da governare e la percezione di instabilità mina la credibilità economica della Francia. È un passaggio delicato, che rischia di compromettere anche il ruolo centrale di Parigi nelle dinamiche europee.
Il riscatto dei mercati del Sud Europa
In parallelo, i mercati finanziari del Sud Europa mostrano segnali di ripresa robusta. La Grecia, ad esempio, ha registrato nel secondo trimestre una crescita del PIL dell’1,7%, mentre la Germania è scesa dello 0,3%. In Italia, il PNRR ha innescato investimenti pubblici e privati, favorendo un clima di maggiore fiducia.
Le borse di Milano, Madrid e Lisbona stanno attirando attenzione grazie a multipli di valutazione più bassi e prospettive di crescita più stabili. Per chi investe, questo significa opportunità concrete, soprattutto nel medio periodo. I titoli bancari, energetici e infrastrutturali italiani, in particolare, risultano tra i più interessanti del panorama europeo.
A colpire è anche la stabilità politica raggiunta in Paesi spesso definiti “fragili”. Oggi, paradossalmente, proprio quei Paesi offrono un ambiente più prevedibile rispetto a realtà un tempo considerate solide. È una vera inversione di ruoli: il Sud, da sorvegliato speciale, diventa protagonista di una fase di rilancio economico.
Gli investitori internazionali lo hanno capito, spostando progressivamente capitali verso mercati che fino a pochi anni fa ispiravano prudenza. Non si tratta solo di numeri, ma di una percezione che cambia. E in economia, la fiducia vale quanto i dati.