Ieri è scomparso uno dei maestri della moda internazionale, l’italiano Giorgio Armani. Nella sua ultima intervista parlò di tecnologia.
Tra le tante cose dette si soffermò più da vicino su quello che è il compito dei social network in una società che stava cambiando nel corso del tempo raggiungendo degli ottimi risultati.
Quando gli chiedevano a Repubblica come usava lo smartphone lui rispondeva: “Lo uso solo per telefonare, e ogni tanto mi diverto a fare qualche video chiamata. Di certo le connessioni con le persone sono più veloci e facili. Ma c’è sempre il rovescio della medaglia: penso per esempio alla continua tracciabilità e alla dipendenza da certi strumenti che si crea. Il cellulare oggi è un’estensione, addirittura un’integrazione, del corpo, tanto che lo si porta con sé ovunque”.
Parole che fanno capire la sua grandezza e la sua intelligenza, e anche il suo lavoro è stato cambiato dalla tecnologia e parla dell’ingresso dei computer nel suo ufficio: “Lo ricordo benissimo: i primi li acquistammo verso la fine degli anni Ottanta. Fino ad allora tutto veniva scritto a macchina e per le comunicazioni a distanza si usava il fax: ne ricordo ancora il classico rumore e il fischio finale”.
In merito alla tecnologia Giorgio Armani ha detto in quell’intervista a Repubblica molte cose interessanti, ma che rapporto aveva con i computer: “Sono sempre stato consapevole dei vantaggi, ma con uno sguardo un po’ critico. Ho sempre un po’ temuto gli effetti del suo dilagare. Perciò direi che, a volte è stato proprio una sfida”.
E si è espresso anche sui social network, specificando: “Grazie a loro il nostro lavoro, intendo di noi designer, viene mostrato in maniera immediata e globale. Noi stessi oramai siamo parte della cultura popolare, e per quel che mi riguarda, hanno favorito il rapporto diretto con il mio pubblico. Ma la facilità e la velocità dell’esposizione spinge qualcuno a creare abiti belli solo da vedere, e a concentrarsi sull’effetto “wow” per catturare l’attenzione a tutti i costi. A scapito della sostanza”.
Social che hanno pregi e difetti: “Un pregio: ha avvicinato le persone in modi un tempo impensabili. Un difetto: questo avvicinamento spesso è soltanto una messa in scena. Tutto rimane sulla superficie, creando per di più una sorta di distacco dalla realtà”.
E chissà che cosa si aspettava per il futuro arrivato a 91 anni e consapevole della strada che aveva tracciato.
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